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Lucera Barocca 2010, si riparte dalla cappella di san Bartolomeo Apostolo

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Dopo la prima relazione (sabato 24 aprile 2010) del dott. Andrea Amato sulle maschere apotropaiche scolpite sui muri della città, venerdì 7 maggio, alle 18.30 riprende l'itinerario di "Lucera Barocca" 2010, in programma durante tutti i venerdì sera del mese di maggio nella singolare cornice barocca della cappella di san Bartolomeo Apostolo (al pian terreno del Convitto Nazionale "Ruggero Bonghi" di via IV Novembre n. 38 a Lucera).
Dopo i saluti delle Autorità, del Preside-Rettore del Convitto "Ruggero Bonghi", prof. Leonardo Di Carlo, del Vicepresidente Vicario della Federazione Italiana dei Club e Centri Unesco, avv. Piero Agnusdei, anche in rappresentanza del Segretario generale della Commissione Italiana per l'UNESCO, di cui l'intera manifestazione ha ottenuto il patrocinio, e la presentazione dell'iniziativa da parte del Presidente del Club UNESCO di Lucera, dott. Massimiliano Monaco, il giovane ricercatore Emanuele d'Angelo, docente presso l'Accademia di Belle Arti di Bari terrà una relazione sulla storia dell'arte nel '700 in Capitanata.

Dottore di ricerca in italianistica, il prof. Emanuele d'Angelo (1977) si occupa prevalentemente di cultura teatrale e di librettistica italiana dell'800. Tra le sue pubblicazioni figurano l'edizione critica della prima redazione dell'Ero e Leandro di Enrico Boito (Bari, Palomar, 2004) e diversi saggi sullo stesso letterato, tra i quali la relativa voce dell'Encyclopedia of Italian Literary Studies (New York, Routledge, 2006) e la monografia Arrigo Boito drammaturgo per musica (Venezia, Marsilio, 2010), oltre a vari contributi sul maggiore librettista romantico italiano, Salvadore Cammarano. Si è interessato anche di storiografia pugliese in età moderna, con due saggi su Antonio Lucchino e Matteo Fraccacreta, nonché di storia patria, con numerosi contributi, anche monografici, su San Severo. Con Christian de Letteriis ha pubblicato, per i tipi di Claudio Grenzi, L'orgoglio pietrificato. Il Settecento trionfante della chiesa di santa Maria della Pietà a San Severo (2009) e Gratia plena. Splendori della devozione mariana a San Severo (2010).

A seguire, ore 20, lezione di musica barocca napoletana dell'Ensamble dell'Orchestra da Camera di Lucera.

Gli incontri proseguiranno, sempre nella chiesa di san Bartolomeo, venerdì 14 maggio 2010, con una relazione su "Committenza e realizzazione artistica attraverso i documenti d'archivio"; venerdì 21 maggio per quanto riguarda "La statuaria lignea in Capitanata"e venerdì 28 maggio su "Il
Barocco perduto".

Organizzata nell'ambito dell'«Anno Internazionale del Ravvicinamento delle Culture», con la seconda edizione di "Lucera Barocca" il Club Unesco di Lucera si propone di realizzare un processo di sensibilizzazione culturale e di rivisitazione di un gusto artistico particolarmente presente in
Capitanata che ebbe come primo obiettivo il superamento delle barriere geografiche, razziali, religiose e culturali; un linguaggio che influenzò in modo determinante non solo l'arte e l'architettura, ma anche le realtà politiche, economiche e religiose di molti paesi. Finalità non secondaria dell'Associazione lucerina è inoltre quella di consolidare ed intensificare il dialogo tra culture per incrementare il rispetto etico
alla diversità e alla mutua comprensione tra i popoli, elementi chiave all'interno della Carta delle Nazioni Unite e della Costituzione dell'UNESCO.

Approfondimenti

Barocco è il termine utilizzato correntemente per indicare la civiltà letteraria, filosofica, artistica e musicale caratteristica del periodo che va dalla fine del XVI secolo alla metà del XVIII secolo. Per estensione, si indica quindi col nome «barocco» il gusto legato alle manifestazioni artistiche di questo periodo. Il termine deriva da un'antica parola portoghese, barroco (barueco in spagnolo), usata per definire una perla non coltivata, non simmetrica. Alla chiusura del Concilio di Trento (1563) obiettivo della pittura e della scultura nelle chiese cattoliche romane doveva essere quello di illustrare anche agli analfabeti gli episodi della Bibbia e della tradizione cristiana.
Una sorta di parallelo è possibile con l'ambito musicale, tanto da rendere espressivo e utile il termine "musica barocca".
Per l'audacia delle strutture, il ritmo delle masse e l'imponenza delle opere, la monumentalità delle forme barocche diventa in qualche modo il simbolo della Controriforma, lo stile che poteva dare al papato, come ad una monarchia assoluta, l’espressione formale per ristabilire potere e prestigio. Accanto a sovrani, principi, istituzioni civili, alta borghesia, il maggiore committente di architettura e pittura barocca fu per questo la Chiesa, soprattutto quella cattolica, favorita dal programma di ‘riconquista’ della Controriforma, ma anche alcune Chiese riformate, che compresero il messaggio che quell’arte e quel gusto potevano dare: stupire per educare.
Sebbene alla fine del 1720, a partire dalla Francia, il Barocco viene sostituito dal Rococò, in modo particolare per quanto riguarda gli interni, i dipinti e le arti decorative, l'architettura barocca rimane uno stile attuale e pienamente in uso fino all'avvento del Neoclassicismo alla fine del XVIII secolo.

La chiesa di San Bartolomeo

La cappella annessa al vecchio convento dei Celestini, oggi Convitto Nazionale, e un tempo Liceo-Collegio, è una splendida e capiente aula, ricostruita secondo canoni e modelli barocchi tra Seicento e Settecento. Del 1739 è l'altare maggiore - ideato dall’arch. Giuseppe Astarita e tradotto dal valente marmoraro Aniello Gentile, allievo di Domenico Antonio Vaccaro, “genio versatile del Barocco napoletano” - già al centro del coro ligneo distrutto, e di un'abside inglobata in altro edificio. Sovrasta l’altare la tela del santo a cui è dedicata la chiesa.
La storia della fondazione dell'edificio è molto antica: nell’anno 1300, il 24 agosto, giorno della festa liturgica dell’Apostolo, durante una battaglia tra le schiere angioine comandate da Giovanni Pipino da Barletta e i Saraceni di Lucera, organizzatisi nelle ultime sacche di resistenza, il Pipino fu ferito e disarcionato da cavallo e, in serio pericolo di vita, avrebbe fatto voto di dedicare, in caso di salvezza, una chiesa all’Apostolo Bartolomeo, di cui aveva invocato la protezione. Nel corso del Settecento l’edificio è ampliato e restaurato. Nella chiesa, oltre alla pala raffigurante il Martirio di san Bartolomeo, sono alcune tele di scuola solimenesca e demuriana come quelle del Noli me tangere, dell'Immacolata, un'Adorazione dei pastori, una Trinità, un San Celestino, un'Annunciazione e una pala raffigurante san Gregorio Magno. Il tempio ha quindi un fascino avito degno dell'istituto e della scuola, da anni ospitati nelle mura del vecchio convento celestino (secc. XIV-XIX) e poi gesuita (sec. XIX).

In allegato il programma generale.

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