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Il Castello di Lucera: 'Io speriamo che me la cavo!'

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Alcune delle scritte che imbrattano le mura del Castello Anche se cancellate (dal tempo o dall''uomo?) riescono ad intravedersi vecchie scritte

Cominciamo il nuovo anno culturale con questo augurio, ispirato ad un noto film con Paolo Villaggio.
E' quello che speriamo per il monumento simbolo della nostra città, che possa resistere, ancora, contro le forze del tempo e l'incuria dell'uomo. Certo che a vederlo così, puntellato dalle travi e ricoperto di scritte, la speranza si riduce ad un lumicino. Nonostante la periodica cancellazione delle scritte, che pure continuano a vedersi tra le fessure, c'è chi continua nella sua opera. Sarebbe quasi romantico se non si pensasse che quelle mura secolari hanno visto cose che noi oggi possiamo solo immaginare, hanno vissuto la vita di uomini e donne esistiti secoli fa, nella corte di Federico II, ne rievocano al solo sguardo l'aria che doveva respirarsi. Eppure anche allora c'erano ragazzi innamorati, ragazzi che lottavano per la proria indipendenza, frustrati da qualcosa che desideravano ma non potevano avere. Nessuno di loro, di sicuro, si è permesso di imbrattare le mura del Castello però. Ed allora prendiamo esempio da quella generazione e, soprattutto, impariamo a rispettarla e ad essere orgogliosi di questo monumento, tanto maestoso, quanto impregnato di ricordi, testimonianza di un'epoca che non esiste più, ma che merita tutta la nostra stima. Sono poche le città che possono vantare tanti monumenti importanti come Lucera.
Impariamo a conoscerli ed amarli. La storia lo reclama. Il nostro orgoglio di lucerini lo urla.

LByN

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