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Vangelo della Domenica: Tu sei il Cristo di Dio!




XII domenica per annum – Tu sei il Cristo di Dio!
Il brano del Vangelo che oggi ascolteremo ci riporta il dialogo tra Gesù e i suoi apostoli circa la sua identità. “Ma voi chi dite che io sia?”. Pietro griderà “Il Cristo di Dio!”, anche se tutti attendono un Cristo-Messia pronto a ribaltare la situazione di sottomissione che il popolo viveva in quei tempi. Dopo questa professione di fede, Gesù inizia la sua “chiara” catechesi sulla sua missione e su come bisogna seguirlo. Gesù annuncia ciò che poi avverrà a Gerusalemme, la sua sofferenza e il rifiuto che subirà da parte di tutti e soprattutto la sua vittoria sulla morte. Poi propone a tutti la via della sequela, che è quella della rinuncia a se stessi e della capacità di saper “perdere” la vita per causa sua così da poterla guadagnare. Ritorna potente questa domanda di Gesù anche per noi oggi: “Io chi sono per te?”. Sì, la nostra fede non è l’accettazione di una filosofia, di una moda o un rifugio sicuro per le nostre paure. La nostra fede è l’adesione piena e coinvolgente ad una persona. La nostra fede ha un nome “Gesù, il Cristo di Dio”. Spesso anche noi subiamo la tentazione di dare la risposta a questa domanda “personale” con il riportare il pensiero di altri, come fanno gli apostoli: “Giovanni il Battista, altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto”. A Gesù non basta questa risposta “generica” e impersonale. Egli vuole una nostra risposta personale e coinvolgente: Chi sono IO per te! E non basta rispondergli “sei Gesù” poi bisogna riconoscerlo come colui che ha dato la vita per tutti! Il Gesù in cui credo e che accetto è colui che è si è offerto alla morte per me; Colui che ha donato tutto per me. Oggi tocca anche a me, a te… seguirlo per la via stretta della croce. Essere discepoli di Cristo significa saper fare questa scelta coraggiosa rinunciare a se stessi per amore suo e seguirlo generosi nella via difficile del Vangelo. Dobbiamo essere concretamente “chiari”: seguire Gesù non è facile; seguire Gesù non è comodo; seguire Gesù non significa chiudersi in sicure strutture di chiesa. Seguire Gesù significa compromettersi con la sua storia, con il suo insegnamento, con il suo stile. Seguire Lui, il Cristo, significa accettare la sua passione, significa entrare nella sua logica, nella logica di quell’amore offerto per imparare a fare lo stesso, e poi così - in maniera decisa e coerente - seguirlo nella via della croce sapendo rinunciare a noi stessi….e “vincere noi stessi” è la battaglia più difficile.

don Luigi Tommasone
www.parrocchiasangiacomo.org

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