Lettera al Duca - "Episto-sia" inedita di Danilo Vetusta
Una riflessione dettata dall'insofferenza dei tempi odierni in rapporto ai tempi antichi. Le uniche testimonianze sono i libri, le opere, le biografie.
Chi non conosce l'ossessione del Sommo Poeta Dante per le condizioni in cui versava la sua Firenze e l'Italia tutta ai tempi? Si direbbe che le cose,
se non sono cambiate, forse sono solo peggiorate. Nasce l'idea di comunicare con Lui attraverso questa breve "episto-sia" (crasi di epistola con poesia n.d.a.), per mostrare come le due maggiori sfere d'influenza che fungono da colonne portanti delle cantiche dantesche, l'amore e la politica, (oltre al divino) si sono tristemente evolute dai confini alpini a quelli insulari del bel paese, nell'arco dei secoli.
“Si vedeste, Mastro nostro, l’onta
de li tempi miei, sapreste la virtute,
di Fiorenza e della donna vostra.
Giusto predicaste nel dir Italia serva,
‘che Roma crolla al par d’omo anziano
morente pe le colpe de li vili signori.
Infelice assembro lo trionfo d’avarizia,
ch’onestà si vende e poi si svende.
Vedeste, Sommo, l’impunito disvalore
de lo pregio femminile regalato santamente.
Lo genio mio s’accinge allo ricordo tuo,
seppur critica move al far di tua vita.
Ramingo ti rese Portinari, peregrino
in divine lande al cospetto del divino,
portando gli occhi tuoi,
ma menzogna tu canti.
Non la tua donna, ma intellighenzia tua,
fabbricò in favelle l’eterno mondo,
falso e menzognero p’amor che non fu tale.
Imparaste orgoglio non foste cruccio nostro
d’evocar madama ch’ad altri ha donato,
verace l’amore, il corpo e lo core.
A Garisenda si cedeste le forze e lo piacere,
soddisfatto sareste e non triboli portaste.
S’autostima canosceste, al par di servo tuo,
avreste, Duca mio, effige ridente,
su imago di marmo adorno di piazze,
e di grazia ricolmo p’appagato disio.
Fatto non foste per viver com’Iddio,
ma belva viva di tracotanza vera,
giungendo a quiete nello retto die.” "Lettera al Duca" - Inedito di Danilo Vetusta
Di seguito i link per
la recensione sul Giornale di Puglia
l'acquisto del Logheion
