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La sanità pugliese in zona retrocessione, fanalino quella di Lucera




La sanità pugliese è in zona retrocessione. Quella lucerina compresa? E’ ovvio. Anzi, quella lucerina è già retrocessa, nonostante il gran bla bla messo in campo dai cosiddetti responsabili(irresponsabili!) del comparto in questione. Chi lo dice? Non noi che operatori del settore non siamo, anche se vantiamo una lunga esperienza di frequentazione con questi ambienti del nostro territorio e segnatamente di Lucera. I fatti. Lo afferma il Ministero della Sanità che ha relegatola Puglia al terzultimo posto in Italia in relazione ai livelli di assistenza. Peggio di noi stanno solo i calabresi e i campani. Dunque, una bocciatura in piena regola. Del resto non ci voleva il Ministero a rivelare una realtà che è sotto gli occhi di tutti. Il fatto stesso che Niki Vendola sia stato costretto a cambiare in corsa ben due suoi fedelissimi assessori alla sanità vuol dire che la situazione è fuori controllo, nonostante i disperati tentativi di Elena Gentile, l’attuale responsabile regionale in carica, di gettare acqua sul fuoco e di presentare all’esterno una assistenza sanitaria che esiste solo nella sua fantasia. Per tornare alle cose di casa nostra, anche il riordino (il disordine!)ospedaliero non ha dato i frutti sperati, né poteva darli, perché si è partiti dal presupposto di effettuare tagli a capocchia, senza tener conto delle realtà oggetto di assistenza. Un esempio? Ogni giorno leggiamo sulla stampa regionale che proprio gli ospedali salvati (Cerignola, San Severo e Manfredonia) sono in prima linea a lamentarsi e a dire che così le cose non possono andare avanti.

Eppure, si tratta di nosocomi potenziati, anchecon arrivi di provenienza  soprattutto lucerina (alcuni primari e dipendenti ora lavorano in questi ospedali).  Ciò perché si è voluto uno smantellamento che ha letteralmente sradicato l’esistente, eliminando anche quelle aree di eccellenza che, per essere tali, rappresentavano il fiore all’occhiello della nostra sanità ospedaliera. In tale situazione, non una protesta abbiano registrato da parte delle associazioni  dei medici, i quali, a titolo personale, si esprimono contro lo schifo di questa riforma, ma quando si tratta di fare gruppo se la svignano. Queste associazioni avrebbero già dovuto fare contrasto al momento della manifestazione delle prime intenzioni di una riforma che avrebbe complicato le cose e messe col sedere per terra le nostre popolazioni. Invece, tutti zitti forse per compiacere Elena Gentile e i suoi portaborse.  Si è sempre detto che i costi della sanità non erano più compatibili con le risorse di bilancio, per cui occorreva tagliare comunque, salvo poi farlo sempre a carico di chi di tagli sta finendo i suoi giorni per asfissia.
Nonostante i tagli abnormi, scriteriati, non è che le cose siano migliorate dal punto  di vista finanziario. Anzi, sono precipitate, se siamo collocati al terzultimo posto in Italia! La verità è un’altra. E’ vero che nella sanità ci sono sprechi, ruberie, aree parassitarie, furbetti, incapaci e via discorrendo. Però, non si è voluto colpire nella direzione giusta. Tutti hanno voluto chiudere gli occhi, forse anche per una difesacorporativa, riferita anche a quei medici che operano talvolta in una spregiudicata autonomia, parente stretta di arroganza e insensibilità professionale. Insomma, un repulisti andava fatto, ma nella direzione giusta. E che questa sia la diagnosi giusta è confermata dai pessimi risultati raggiunti: terzultimi in Italia! Una vergogna per quello che spendiamo e sprechiamo per la sanità, che pesa sulle nostre tasche e non su quelle dei cosiddettiesperti del ramo, i quali sono strapagati per negarci una assistenza appena decorosa!

 a.d.m.

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