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Le Asl sono in attivo? E’ il fallimento della sanità pugliese (e di Lucera)!




Lo ha detto il governatore della Regione Puglia Nichi Vendola: nel 2013 le ASL sono diventate attive! E lo ha detto gonfiandosi il petto, dimenticando, nella sua enfasi, che questa affermazione può ritorcersi contro come elemento di sconfitta della sanità pugliese. Qualcuno si chiederà: Vendola dice che le ASL sono attive e qui qualcuno paradossalmente afferma che questo è un segno del fallimento della politica sanitaria? Costui deve essere un pazzo! E, invece, costui pazzo non é.  Il fatto che la gestione della salute sia ora in attiva, vuol dire che qualcosa si è sacrificato nell’assistenza. Le ASL non sono aziende private,  che sono obbligate a fare utili, pena la loro  chiusura. Le ASL sono aziende pubbliche a cui si chiede un pareggio, perché non è nei loro obblighi  immaginare avanzi di amministrazione. Ripetiamo, se questo accade, vuol dire che per strada si è perso qualcosa  nella gestione della sanità.  E questo è avvenuto ed è stato ampiamente previsto. Come si è giunti all’attivo? Sopprimendo con la forza diversi ospedali e riducendo alla fame quelli rimasti sul  campo. E di contro la Regione fa nascere altri ospedali (Taranto e Monopoli), di cui francamente non si avvertiva la necessità.

Se la Regione  non si fosse svenata per far nascere le nuove, superflue strutture sanitarie e se non avesse cassato alcune di quelle esistenti, forse avremmo avuto il pareggio di bilancio e salvato  un principio di giustizia, prevalente anche nella sanità, che non può sfuggire soprattutto a coloro che si proclamano giorno e notte uomini di sinistra, anzi di estrema sinistra.
 Vendola può anche gioire, ma noi a Lucera non possiamo condividere la sua soddisfazione, posto che egli è stato l’autore, con Elena a Gentile a fargli da spalla, a ridimensionare ( è un eufemismo!) il nostro  ospedale, che aveva raggiunto punte di eccellenza e che nel territorio dava lezione di funzionalità e di qualità al confronto dei confratelli della stessa categoria.  Se la politica della Regione è quella di fare utili a danno dell’assistenza sanitaria e ospedaliera in particolare vuol dire che siamo davvero fuori strada. Tutt’al più potrebbe essere una politica di destra, che ha talvolta e comunque  l’ossessione di fare utili.  L’attivo delle ASL è al netto delle tante risorse dissipate per costruire nuovi reparti (poi soppressi), per cui si deve dedurre che il risultato poteva essere ugualmente conseguito con un più razionale utilizzo dei fondi a disposizione. La verità é che la politica sanitaria pugliese, egregio governatore, ha lasciato molte macerie, che a cascata si sono riversate sulle nostre popolazioni.
E noi dovremmo esultare? Esultare un corno! E’ un argomento di cui tenere conto nella prossima campagna elettorale, perché le forze politiche dovranno finalmente schierarsi e dovranno dirci chi ha lavorato, anche spregiudicatamente, per il ridimensionamento del “Lastaria”. Dovrà pronunciarsi il Pd, che ha tifato proprio per Elena Gentile in occasione delle primarie; dovrà dircelo Antonio Tutolo, che si è speso molto per la elezione di Nichi Vendola, procurandogli una buona dose di consensi, che, altrimenti, il governatore  avrebbe visto col cannocchiale.  Tutolo ha sempre detto che il suo affiancamento a Vendola era giustificato dalla condivisione di alcuni tempi a lui cari e non da un vero e proprio posizionamento ideologico. Ci crediamo. Ma, ora che la frittata è fatta, vorremmo che  prendesse le distanze in maniera forte, energica, chiara dalla politica ospedaliera di Vendola e compagni.

a.d.m.

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