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Il fallito Obama (o quasi) ci da’ lezioni di economia!




L’angolo di Antonio Di Muro
 
E’ inaudito, inconcepibile, paradossale! Nel suo incontro con il nostro Presidente del Consiglio, Enrico Letta, il collega degli Usa, Barack Omana, si è permesso disinvoltamente di darci lezioni di economia, lui che è alle prese con il probabile default (fallimento) dell’economia americana, lui che non paga gli stipendi a ottocentomila dipendenti pubblici!  Obama ha detto che l’Italia è sulla giusta via per risanare il suoi conti e determinare, nel prosieguo, la tanto attesa ripresa dell’economia.  Se Obama per farlo  ha  illustrato le sue ricette stiamo freschi! Vuol dire che la ripresa dobbiamo solo sognarcela, tenuto conto dei risultati della ricetta americana. Si può essere americani sino all’osso, ma non era proprio il caso di mettere in piazza simili argomentazioni per la dignità della stessa America. E pure per la nostra che siano andati a chiedere al debitore come si fa a non fare i debiti!  Letta avrebbe dovuto ricordare che noi (e la Spagna, la Grecia, il Portogallo ed altri stati come in difficoltà) ci troviamo oggi in crisi, perché proprio in America nel 2008 è scoppiato lo scandalo dei titoli sub prime (titoli carta straccia, spazzatura), la cui insolvenza si è riversata sulle economie di mezzo mondo. Sono ancora nella nostra mente le immagini televisive dei dipendenti delle banche americane fallite, i quali tristi, portavano via i cartoni degli effetti e documenti personali! Andava ricordato che per salvare la propria economia Obama ha chiesto  al Congresso di allargare i cordoni proprio del debito pubblico, operazione che sta avendo contrasti politici piuttosto forti, forse insanabili. 

Se l’incontro Usa-Italia aveva l’obiettivo di rilanciare l’immagine dei due Paesi non pare che la conclusione sia stata quella auspicata. A parte la riconfermata amicizia tra i due Stati, sono state messe a nudo  due economie tra le più dissestate, per le quali le ricette prospettate non sembrano le più adeguate per uscire dalla crisi. Ci lamentiamo che la Germania ci suggerisce inopportunamente cosa fare per non cadere sotto il peso del debito pubblico, ma ci pare che in questo caso i suggerimenti possono essere accolti, tenuto conto che Berlino può vantarsi di avere i conti pubblici a posto. Il riferimento al 2008 era doveroso per ristabilire correttamente i termini del rapporto tra le economie italo-americane. La storia non finisce qui. Perché se l’America non riesce a trovare una soluzione per salvare la propria economia, il disastro per gli altri non è solo annunciato, ma rimandato. Se pensiamo che l’economia americana è il motore di quella più ampia del mondo, si può facilmente concludere che le conseguenze di un default americano si riverserà soprattutto come un macigno sulle già fragili economie dei paesi europei.  Se continuiamo a prenderci in giro circa le ricette delle economie  nazionali e mondiali non verremo mai fuori dalle difficoltà in cui tutti ci troviamo. Sentirsi dire dall’America  come dobbiamo fare i compiti in casa, francamente è troppo, quasi un insulto alla nostra dignità, al buonsenso, alla nostra intelligenza. In questo senso, la politica non ha neppure un minimo di decènza, di delicatezza!

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