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Calano i prezzi del frumento in Italia nonostante la minore produzione




Si è ormai conclusa la trebbiatura del grano in tutto il Paese e gli agricoltori italiani tirano le somme di un’annata agraria – la 2012-2013 – fortemente segnata dal maltempo.
 
Lo ricorda Confagricoltura, segnalando che il raccolto del frumento tenero del 2013 esce molto ridimensionato da un andamento climatico primaverile freddo e piovoso che in alcune zone del Nord si è protratto anche oltre la metà di giugno.
 
Enrico Gambi, cerealicoltore a Ravenna e presidente della Federazione nazionale cereali alimentari di Confagricoltura, evidenzia che “le semine autunnali del 2012, effettuate regolarmente e in crescita del 2,4% rispetto all’anno precedente, facevano pensare ad un leggero aumento della produzione di frumento tenero. Per come si è sviluppata successivamente la coltura nel 2013, il calo di produzione poteva anche superare il 10% stimato oggi “sotto trebbia”.
 
Meno grano italiano vuol dire, inevitabilmente, più grano importato. “Nonostante la qualità dei prodotti trasformati dall’industria alimentare italiana, quest’anno il pane e la pasta nel nostro Paese saranno ancor meno made in Italy di quanto non siano in un’annata normale” conclude Gambi.
 
A fronte della minore disponibilità di prodotto nazionale e della prospettiva di dover importare oltre il 50% del fabbisogno interno di frumento tenero, prosegue la tendenza al ribasso dei prezzi del mercato italiano, in sintonia con l’andamento dei mercati internazionali che tiene conto della grande abbondanza dei raccolti 2013 in alcuni paesi esportatori “chiave” come la Russia, l’Ucraina, la Francia e la Germania.
 
“Con un raccolto nazionale in calo, il prezzo del frumento tenero dovrebbe aumentare o, quanto meno, tenere nonostante le importazioni di prodotto estero” commenta Massimiliano Giansanti, componente della Giunta esecutiva di Confagricoltura, “ma con un trend del mercato così ribassista si allontana la prospettiva di quotazioni elevate come quelle della passata campagna. Tuttavia, così come i margini elevati della scorsa annata sono andati a beneficio di tutta la filiera, sarebbe auspicabile che anche le perdite subìte quest’anno dai cerealicoltori italiani a causa del maltempo fossero alleviate da prezzi soddisfacenti”.

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