POLITICA Costume e Società         Pubblicata il

Quanti sono i debiti verso la pubblica amministrazione?




L’angolo di Antonio Di Muro

Quanti sono veramente i debiti verso la Pubblica Amministrazione? Nessuno lo sa. L’Eurostat li quantifica in 70 miliardi di euro, mentre la Banca d’Italia rettifica il dato in 90 miliardi. Dovrebbe essere quest’ultimo il riferimento più credibile, posto che l’ex Istituto di emissione ha tra i suoi compiti quello del controllo. E, invece, non è così perché Confindustria parla di 100 miliardi di euro.  Sembra una gara a chi la spara più grossa, mentre in realtà è una cosa seria. Va chiesto: in presenza di queste cifre come può fare il Ministero dell’Economia, e di converso il Governo, a quantificare le risorse per la eliminazione della  grossa debitoria? Si dirà che il Ministero dovrebbe essere in possesso di dati propri, ma non è così, se anche gli elementi riferiti in Parlamento o nelle audizioni dal Ministro nelle  commissioni  le cifre che vengono fuori sono differenti a seconda della stagione politica. Tutta questa storia non è di poca rilevanza, posto che si rende poco credibile lo stesso bilancio dello Stato, che dovrebbe essere lo strumento da cui far partire la programmazione economica nazionale e territoriale. Va rilevato, purtroppo, che queste discrasie sono sempre frutto del disordine gestionale e amministrativo esistente nelle articolazioni statuali e locali. Difatti, non  meglio le cose vanno negli enti locali, dove vi è un continuo svenarsi per i  debiti fuori bilancio, che sono uscite che non trovano corretta collocazione nel plafond degli investimenti formalmente approvati.  Fa da contraltare quanto in positivo  si verifica nel privato, dove ogni spesa va documentata e certificata, pur senza pretendere il paracadute dell’infallibilità.
Difatti, quando gli istituti di credito concedono gli affidamenti non  tengono conto solo della serietà morale dei richiedenti, posto che ogni pista creditizia va sottoposta ad una valutazione rigorosa e riscontrata. Questo non per mettere al riparo le aziende da possibili contenziosi, ma almeno per avere una valutazione di origine basata su elementi di largamente condivisibili e documentabili.  Tornando al tema iniziale, si sta facendo molto dibattito sulla necessità e urgenza di sbloccare i fondi per soddisfare le creditorie della PA e si sta discutendo soprattutto sulle modalità di intervento che non ricalchino  il triste metodo italiano degli interventi a piaggia. Ma, come si fa ad evitare questo rischio se lo Stato non sa neppure di quanta entità è esposto? Solo sapendolo è possibile fare una selezione delle urgenze e soddisfarle, posto che  il lenzuolo è troppo corto e non vi è possibilità di soddisfare tutti contemporaneamente. I piani di riparto sono collegati alle risorse disponibili statali, che, a loro volta, traggono origine dalla tassazione che non può spingersi oltre il livello attuale, come unanimemente viene ritenuto. Ecco perché una corretta gestione delle risorse è assolutamente indispensabile per tracciare il percorso del rilancio dell’economia, che proprio nel debito verso la PA ha le classiche montagne da scalare.

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