CULTURA Storia         Pubblicata il

Senza mutande




La storia di una conversione all'amore di una ragazza facile. Data la presenza nel racconto di alcuni riferimenti sessuali espliciti, la lettura è riservata ad un pubblico adulto.

Non sono un'amante qualunque, un'irreligiosa santa puttana. Sembrate aver fretta, nei vostri passi, nei vostri cuori, forse. Oggi il cielo è sfigato. E' grigio. Non promette bene il tempo. Pioverà. Mi investono dubbi ossessivi tra queste luci grigie. Sarà perso di me?, per me?, avrò un brandello d'amore da lui, anche strappato, sporco non importa, ho il bisogno di sbattere contro qualcosa che non mi appartiene ma che comunque avrò. Può darsi. Il tempo che scorre in questa tavola calda è pigro e sinistro, tra un po’ potrebbe diventare come un rasoio sugli occhi. Non baciatevi, vi prego, via le premure sdolcinate. Sembra la differenza davvero netta, voi due innamorati io sola ma con la voglia di raggiungerti anzi di raggiungervi. Accendo una sigaretta, sembra che tutto fili liscio, lei ti tocca una coscia, io aspiro il fumo forte mentre il cameriere mi porta il conto. Pago le verdure che ho mangiato, dieci euro, porgo i soldi, sono per strada. Possibile che non potete camminare senza darvi la mano? Io dietro di voi sculetto e se qualche idiota dovesse toccarmi il culo urlerei il tuo nome che non conosco. Voglio arrivarvi al cuore, trovare i vostri sentimenti, scovarli, toccarli, graffiarli, scoparli, mi farei scopare, da chi? Da te o da lei? A questo le spasimanti non mancano affatto ricevendo occhiolini a destra e a sinistra da ragazzine totalmente cielle, fossi in lui mi vergognerei, fossi in lui sarei gay, non lo so. Non siete certo casuali nei posti che vi scegliete, avete intenzione di consumare un gelato sotto sti portici riempiti con le sedie del bar, cazzo avrei voluto vi foste fermati da qualche altra parte. Non mi piacciono i bar dolci e tentazioni ingrasso. Lei impazzisce per il pistacchio ma non senza un doppio gusto, tu preferisci il cioccolato ma non ti faresti fare lo scontrino senza aggiungere un' altra leccornia. Che simuli pure una fellatio leccando il suo gelato lei, che faccia pure una sorta di spettacolo soft porno leccando la sua fragola ed ora individuo quale era il suo doppio gusto ed intuisco immediatamente che non sarà certo una tipa poco troia. Ma i vostri sentimenti sono così corti, li allungherò io, non preoccupatevi, sarete le mie vittime diventando l'assassina di me stessa, mi insinuerò nei vostri cuori perchè ne ho voglia , perchè mi sento una puttana desiderosa d'amore, quell’amore che non ha mai scontrato la bellezza di essere amato. La sensazione usa e getta dovrebbe brulicarmi dal di fuori, la dovrei additare, dirle che se ne andasse altrimenti mi si potrebbe ghiacciare il sangue nelle vene e perchè per voi la mia anima sarà nuda e cruda, proverà la dura ostilità di chi si è sempre ostinato a non amarla...Mi piace il tuo appartamento, per come è arredato, la scelta sembra singolare, mi complimenterei. Il mio terrazzino mi rende la vostra dirimpettaia, se fossi con voi sarei al centro dell' attenzione, forse. Lei ti chiede se hai da bere. I tuoi passi verso il frigorifero sembrano di piombo, temi che lei possa tramarti alle spalle, forse ti farà impazzire. Le porgi una lattina di birra, ringrazia in inglese per abbinarsi alla marca dell' alcolico, apre la lattina, si slaccia la maglia e beve annoiata. La slumi da non credere, quel reggiseno a balconcino ti eccita proprio, la toccheresti proprio lì, le tue mani sul suo seno, fossi un pittore dipingerei quest’immagine, sarei apprezzata dai critici più noti. Finisce di bere la sua birra e butta la lattina a terra mentre tu la guardi con disappunto. Continuo a guardarvi ancora con il ruolo di dirimpettaia forse ancora un'irreligiosa santa puttana che vuole conquistarsi l'amore, vedendo, vedendo troppo, quello che ha sempre voluto, desiderato, desiderato come una forsennata. Lei proietta il suo sguardo nei tuoi occhi e le sorridi. Sorride anche lei e come se niente fosse si toglie il reggiseno e lo lancia sulla segreteria telefonica, tu le sorridi ancora di più. "Silvia, o Silvia" il suo nome pronunciato da te mi arriva alle orecchie come fosse un rimbombo. "Giacomo, io non avrei parole!", il tuo nome risuona come un'eco. Silvia si alza dal divano e si avvicina a te, ti prende la mano e se la porta al petto, ora sembra che tu stia ansimando, sudi, le gambe ti danno tremolii istantanei. Le accarezzi il volto spostandole i capelli ti avvicini alle sue labbra, ti avvicini, sempre di più, in modo seducente, ancora ancora ed ancora... un'automobile bmw si parcheggia sotto casa mia e nonostante ci sia ben esposto il passo carrabile il guidatore se ne frega altamente e spegne il motore. Questa macchina è composta da cinque ragazzi, avranno vent’anni ciascuno. Il primo alla guida sbadiglia, abbassa il finestrino e accende una sigaretta, i tre seduti dietro sembrano degli scolaretti tutti composti e con lo sguardo perforante sul tergicristallo, quello che più mi piace è proprio quello che siede avanti con degli occhi azzurri come il mare e i lineamenti docili, si rivolge all' amico che guida farfugliando qualcosa d'incomprensibile, gli sottrae la sigaretta a metà e fuma toccandosi il pacco racchiuso in un paio di jeans molto larghi avanti e probabilmente molto stretti dietro. Io li guardo dal mio terrazzino e mi imbarazzo un po’. Sembrerebbe una situazione da masturbazione preserale per giovanotti matricole universitarie e che lo fanno con tutta l' ossessione che viene concessa. Uno dei tre ragazzi dietro tocca la spalla di quello alla guida, quello al centro si agita senza motivo, l'ultimo a sinistra sembra aver sniffato con pupille dilatate e troppo sudore sulla fronte. Il tipo con gli occhi come il mare continua a toccarsi tra le gambe, è intenzionato a far vedere il suo membro ai suoi amichetti. Quello dietro in mezzo sembra prendersela a ridere, gli altri restano in silenzio e dopo non molto parte una risata fragorosa e quello alla guida alza lo sguardo e mi indica "Gaia, Gaia! esclama il mio nome il guidatore della bmw. Tolgo le mani dalla ringhiera e non mi sporgo più con un po’ di sconcerto in mente. Ma chi cazzo li conosce questi! Questi vorrebbero salire a casa mia. Come sempre non mancano vogliosi di sesso per una squillo come me estrema e carnale. Io non voglio riceverli, basta con tutto questo autocompiacimento che il portiere potrebbe giudicare immorale e che la stessa opinione sarebbe della moglie, del figlio sposato e cose così. Cerco quello strascico d'amore che non mi è stato mai dato, sembra che su quel sentimento ci sia scritto vietato l' accesso e sembra che la cosa valga solo per me. L' amore forse non mi spetta ma tenterò di averlo con le unghie e con i denti, sarò la regina dei cuori che non ho mai conosciuto, dei cuori vivi e vegeti, ho voglia di diventare cieca per provare quella sensazione di protezione data da qualcuno che non vedi. I miei occhi ora dovrebbero luccicare con lo sguardo rivolto a chi d'amore ne sa più di me al cento per cento. Lei, Silvia, vorrebbe farsi sbattere, diventare l' oggetto del desiderio di quell'uomo che è Giacomo o che sa interpretare. Stasera si metterebbe nelle mani di quel bastardo gran bel tocco di cazzo che ora la guarda duro ed accigliato come se lei fosse la più troia che abbia mai conosciuto. Non sa che c' è Gaia che ha capito cos’è l'amore negato nei bordelli che faceva a casa sua, nelle situazioni di merda in cui si cacciava. Adesso Gaia vorrebbe soltanto amare ed amarsi ma come ancora non lo sa. La macchina è ancora parcheggiata sotto casa, vedo quello al volante rollare una canna e mi sono appoggiata di nuovo con le mani sulla ringhiera. Mi sento richiamare ma non dalla stessa voce di prima, sembrerebbe molto più sottile ed efebica, capisco immediatamente che è il ragazzo con gli occhi belli che mi sta chiamando, la sua voce mi lascia intuire che ci sarà un seguito davvero insolito. Lo intravedo ancora che si tocca fra le gambe con la mano fissa sulla patta dei levi's . Mi specchio nella vetrata del mio terrazzino, mi trovo seduttiva, sento che ci so fare. Ho addosso una vestaglia di seta a fiori neri e gialli sotto completamente nuda. Cammino scalza e prendo un cd, lo inserisco nello stereo e pigio play cercando di ricreare vecchie atmosfere italiane vagamente cinematografiche. La musica si dilata nell' aria "Abat-jour tu che infondi la luce blu". Improvvisamente mi sento leggera, sento che quasi potrei volare, presagisco una sorta di verità che non mi vuole ma che io voglio scoprire, sono al settimo cielo e forse è arrivato il momento che più volevo "Tu sospiri chissà perchè". Il mio nome ora è come un uccello che ha posato le ali dove c' è armonia e forse il fratello di Silvia con gli occhi come il mare che tu sotto fai succhiare e forse imbrattare con la mano resa dolce sui suoi capelli ti vorrà sicuramente bene. I tuoi occhi sono chiusi e come l' ecstasy che ti scorre nel sangue tu lo lasci fare come lui avrebbe sempre voluto. Io vi guardo soltanto perchè per la prima volta voglio sentirmi innocente, pura come acqua che sgorga limpida e chiara...Nella macchina si guardano attoniti mentre qualcuno vorrebbe salire su e prendere il posto del fratello di Silvia. Nell'auto mi ci metterei io e direi al conducente di andare dove cazzo gli pare, perchè mi sento bene e perchè non farei più cose che mi rendessero diversa da quella stupenda sensazione. Il tuo sguardo ora potrebbe abbagliarmi, abbagliarmi d'amore "Cerchi forse chi non c' è più". Non sono un'amante qualunque un' irreligiosa santa puttana, riverente a tutto quello che avete fatto, io forse avrei potuto fare di meglio, prima sbagliavo ma adesso ho ciò che volevo. Questo odore di pioggia in questo fine agosto di questa fine estate romana potrebbe essere di buon auspicio. L' angelo non ha più la faccia sporca di fango ride e gioisce volerebbe ma non lo fa gli basta vedere ciò che non aveva mai visto, se ne andrebbe per essere cercato. Il vestito che indosso con lo spacco da vertigine vi sembra esagerato come me. Blumarine mi dona da morire con quell'azzurro che fa tanto vergine che potrebbe illuminarvi. Il fratello di Silvia esce dal portone, io sono proprio davanti alla loro macchina. Loro mi guardano dal balcone, sembrano arrabbiati ma a me non importa, adesso realizzerò tutto. Supero la macchina avanzando sul cofano e il fratello di Silvia mi scorge cruda e spietata, come non mai, senza mutande, "Baciami!" e come in un vortice pieno di colori assaporo l' amore sulle sue labbra sentendomi scardinata, sguainata, col cuore che pulsa e che si metterebbe in mostra perchè sento labbra volitive che sanno d'amore, che hanno succhiato e leccato la passione di chi avrei voluto amare. Quello alla guida rivolge uno sguardo al mio babbo natale fuori stagione, si guardano ancora, io mi sento bene, lo giuro, così trasparente mi sento benissimo.

Andy

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