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Ottobre e la Madonna del Rosario


La Beata Vergine Maria del Rosario


Con il mese di ottobre si raccolgono gli ultimi frutti fra cui l’uva: è tempo di vendemmia e di preparazione del vino.
Alcuni proverbi recitano:
- “Ottobre, il vino è nelle doghe”;
- “Ottobre, vino e cantina da sera a mattino”.

Ma da quale avvenimento trae origine tale festa? E’ il tempo delle sagre dell’uva come quella di Marino ai Castelli Romani che comincia la prima domenica del mese di ottobre in ricordo della battaglia di Lepanto, del 7 ottobre del 1571, quando la flotta cristiana della Lega Santa confisse la turca. Proprio in quel giorno, era una domenica, le confraternite del Rosario sfilavano in processione e Pio V, attribuendo la vittoria all’intercessione della Vergine Maria, fece celebrare l’anno seguente la festa di Santa Maria della Vittoria. Tale festa, nel 1573, fu fissata da  Gregorio XII, con il titolo di festa del Santissimo Rosario, alla prima domenica di ottobre per le chiese dei domenicani e per quelle che ospitavano una confraternita del Santo Rosario. Alla battaglia di Lepanto aveva partecipato anche Marcantonio Colonna, a quel tempo Signore di Marino.
In questa atmosfera carnascialesca si fondono sincretisticamente ricordi precristiani connessi alla vendemmia, rievocazioni storiche e, infine, la celebrazione della Beata Vergine Maria del Rosario, alla quale è dedicata, nel nuovo calendario liturgico, la memoria obbligatoria del 7 ottobre. C’è qualche liturgista che vorrebbe abolire anche la pratica del rosario in quanto la considera una “preghiera” poco adatta alla mentalità contemporanea, accusandola di essere, nella sua ripetizione litanica, un meccanismo senza anima. Nulla di più errato se pensiamo che  per un induista o un buddista è pratica usuale la recitazione di un mantra, il cui significato letterale è “strumento per pensare”, ossia di una preghiera la cui ripetizione conduce ad uno stato di liberazione spirituale.
D’altro canto, proprio Pio XII ha sottolineato che il rosario “ è sintesi di tutto il Vangelo, meditazione dei misteri del Signore, sacrificio vespertino, inno di lode, preghiera della famiglia, presidio per l’attesa salvezza”.
A sua volta, Giovanni XXIII, nell’enciclica Grata Recordatio del 1959, osservava “ Il rosario, come a tutti è noto, è un modo eccellentissimo di preghiera meditata, costituito a guisa di mistica corona, in cui le orazioni del Padre Nostro, dell’Ave Maria e del Gloria  si intrecciano alla considerazione dei più alti misteri della nostra fede……”. 
Il rosario ebbe luce all’inizio del XII secolo, quando si diffuse la pratica della ripetizione devota del saluto evangelico dell’angelo insieme con la benedizione di Elisabetta, analoga alla ripetizione , per 150 volte, del Padre Nostro. Il salterio Mariano fu adottato, come forma popolare di preghiera, soprattutto nelle confraternite fondate da un discepolo di san Domenico, san Pietro da Verona, che ebbero un influsso rilevante nell’affermare il culto della Vergine.
L’originaria struttura del salterio mariano. che dal XV secolo si cominciò a chiamare “rosario della Beata Vergine Maria”, si è modificato nel corso dei secoli fino ad assumere la forma tradizionale, ultimamente arricchita, da Giovanni Paolo II, con al lettera apostolica Il rosario della Vergine Maria (2002).
Rosario, inoltre,  deriva dal latino rosarium: quale altra forma di preghiera si addice meglio alla Madonna, fiore dei fiori,  la Rosa per eccellenza, Regina dell’Empireo nella Commedia dantesca dove i i beati contemplanti compongono una candida rosa?


Così cantava Dante:
“ Vergine madre, figlia del tuo Figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’eterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì che ‘l suo Fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore
per lo cui caldo ne l’etterna pace
così è germinato questo fiore”.

(Paradiso, canto XXXIII, vv. 1-9)

Come si è detto, la Chiesa, fin dal XVI secolo, volle onorare la Vergine del Rosario con una festa che, nacque per commemorare la vittoria di Lepanto; nel 1716, Clemente XI la estese alla Chiesa universale conservando la data della prima domenica di ottobre, spostata, nel 1931, al giorno storico del 7 ottobre. Nel 1960, infine, il titolo tradizionale di festa del Santissimo Rosario  stato cambiato in quello più consono di Beata Vergine Maria del Rosario.

Nando Carrescia

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