MUSICA Novità discografiche         Pubblicata il

Ligabue, Nome e Cognome




Anticipato dalla grancassa mediatica che si merita l’appuntamento musicale dell’anno (piccola domanda: che cosa ci si inventerà per il prossimo album? Modesto suggerimento: far arrivare il CD nei negozi e sulla scrivania dei recensori quasi di nascosto), ecco finalmente l’oggetto del desiderio: il nuovo album di un Ligabue particolarmente convinto e convincente. No, non c’è il rischio di un effetto “montagna-topolino”: Nome e cognome è un bellissimo album, robusto e – quasi stranamente – molto dolce, concepito su una linea di ballate rock né troppo accelerate né troppo rallentate. Quasi una variazione sul tema. Che poi è la riflessione di mezza età (e sì, bisogna dirlo) di un rocker che tra lanci e slanci si trova a fare i conti con la vita. E non è una questione di testi ma di generale atmosfera sonora. Due esempi: non è un caso che nei crediti del CD il Liga si sia riservato solo uno strumento, la chitarra acustica – strumento assolutamente non esplosivo ma, al contrario, riflessivo, conciliante, essenziale. E come spiegare poi quel paio di passaggi nei quali il musicista canta la strofa senza musica sotto, lasciando andare il bel vocione quasi assecondando una richiesta di attenzione privata da ogni orpello, avulsa da ogni distrazione? Insomma, anche se l’onda mediatica è lunga e grossa, l’album è pensato e realizzato intorno a un nucleo compatto e ridotto. Non povero, ma profondo. Dieci canzoni in alcuni passaggi vagamente gucciniane (per esempio nel ricordo di alcuni oggetti che racchiudono un’emozione, come il diario Vitt e i petardi in Lettera a G), ma in generale più aderenti a quel lato malinconico che l’artista ha sempre protetto molto bene, offrendo meglio il fianco al Ligabue epico delle schitarrate e delle esternazioni. Qui invece tutto si guarda allo specchio: il maschio (Le donne lo sanno), il musicista (Vivere a orecchio), il personaggio (Cosa vuoi che sia), e perfino l’uomo: non è nemmeno un caso che il manifesto di tutto il CD, Sono qui per amore, sia messo lì, in fondo al percorso, e termini quasi di colpo, mozzato, un taglio netto e via. Proprio come si affrontano certe curve che pochi metri dopo non ti consentono più di vedere da dove arrivavi, ma ti mostrano solo la strada che hai davanti. Una lunga strada.

da MUSICA&DISCHI

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