CULTURA Incontri         Pubblicata il

I Bonghetti: Incontro con l'autore, Donatella Di Pietrantonio ed il suo ultimo romanzo 'L'arminuta'

condividi


All'inizio di questa settimana abbiamo avuto l'opportunità di partecipare ad uno degli incontri con l'autore che si tengono nel nostro liceo. Questa volta l'ospite è stata la rea premiata scrittrice Donatella Di Pietrantonio con il suo ultimo romanzo "L'arminuta" (Premio Campiello 2017).
In occasione di quest'incontro abbiamo approfittato di farle qualche domanda riguardo il suo romanzo.
 
_Leggendo, ci siamo accorte che la protagonista, l'arminuta per l'appunto, non viene mai chiamata per nome. Perché?
~Non le ho dato un nome poiché è priva di appartenenza (viene abbandonata da entrambe le figure che credeva madri ndr) e quindi per lei è difficile avere un'identità e capire chi è.
_Nel libro sono presenti alcuni spunti di riflessione sul concetto di maternità. Ebbene, per lei i figli sono di chi li fa o di chi li cresce?
~A mio avviso, i figli sono di chi è capace di dar loro amore e di chi si pone in una posizione di disponibilità incondizionata nei loro confronti.
_La figura di Adriana (la sorella della protagonista ndr) nel romanzo prende piede fin da subito, viene da chiedere se una sorella possa prendere il posto di una madre.
~No, perché la mamma ha un ruolo importante nella vita di un figlio. Alla nascita i due corpi si distaccano e il legame che fino a quel momento era stato fisico ora diventa psicologico. Nessuno può prendere il posto di una mamma, nemmeno la persona che ci ama di più al mondo. Porteremo la ferita di questa mancanza per il resto della nostra vita. In questo caso, l'Arminuta ha due madri, ma nessuno delle due assolve pienamente al compito di madre. Adriana, di conseguenza, non potrà ripagare l'Arminuta di tutto l'affetto materno che le è mancato, può solo cercare di colmare il vuoto.
_Nel romanzo si incontra anche un altro rapporto emblematico, quello fra Vincenzo e la protagonista. Può parlarcene?
~Io non ho visto come qualcosa di incestuoso in questo rapporto (i due ragazzi sono fratelli ndr), perché loro scontano gli errori che hanno commesso gli adulti. I due non sono mai vissuti come fratelli, non si conoscono e di conseguenza si vedono come due estranei. Non hanno ricordo di una vita come fratelli e proprio per questo non credono nemmeno di essere fratelli, ne dubitano fortemente e questo li attrae l'uno all'altra ancora di più.
_Alla fine del romanzo, la protagonista possiamo dire che chiarisce con la donna che l'aveva cresciuta e che aveva chiamato mamma, perché non lo fa anche con il padre?
~Ho deciso di lasciare un finale aperto, cosicché ogni lettore può chiudere la lettura e interpretare come vuole tutta l'intera storia
_Per l'appunto, abbiamo riscontrato delle situazioni in sospeso, queste possono essere lo spunto per un altro romanzo?
~Beh si.. è la prima volta che sono tentata da un seguito, ma non so né come né quando lo scriverò. Inoltre, come già detto, le situazioni in sospeso sono un modo di far lavorare l'immaginazione di ogni lettore.
_L'ambientazione del libro è una piccola comunità rurale nell'entroterra abruzzese, quindi viene da sè pensare che si possa usare il dialetto locale come lingua.
~In realtà non volevo usarlo all'inizio, anzi avrei voluto usare due tipologie di italiano: uno alto per l'Arminuta e la sua famiglia adottiva e uno più basso per quella biologica. Ma, scrivendo, mi sono accorta di come, qualsiasi italiano usassi per la famiglia biologica, sembrasse falso e quindi mi è sembrato giusto un dialetto non vero del tutto, ma comunque che si affiancasse alle situazioni e si modellasse ad arte nelle descrizioni degli ambienti in cui la protagonista si ritrova catapultata
_Ci sorge un'ultima domanda, c'è qualche situazione autobiografiche fra queste pagine?
~No, ma quando ero piccina, nel mio paesino natio, sentivo spesso di queste famiglie povere che davano via l'ultimo nato a coppie che non potevano avere bambini, questo sia per avere meno bocche da sfamare sia per assicurare al piccolo un futuro migliore. Ovviamente ciò era concesso anche dal fatto che non vi era nessun controllo sulle adozioni, al contrario di oggi.
 
Maria Francesca Del Buono
Angela Velardi
Giulia De Troia
Mariapia Colatruglio

Torna indietro
Stampa
© Lucerabynight.it e una realizzazione mediaweb-grafic