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Vangelo della Domenica: Il seminatore uscì a seminare...

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 XV per annum A – “Il seminatore uscì a seminare…”

La Parola di Dio che oggi ascolteremo ci propone la parabola del seminatore. Il seme cade sulla strada, sul terreno sassoso, su quello pieno di spine e sulla terra buona. Poi Gesù dopo aver riportato una parola del profeta Isaia (una parola molto attuale) si ferma a spiegare il senso della sua parabola.
In questa domenica il Signore ci verifica circa la qualità del nostro terreno. Domenica scorsa ha verificato il nostro cuore, se era come il suo. Oggi ci parla di come il Divin seminatore sparge il seme della sua Parola. Una Parola che ci raggiunge e ci fa scoprire la “qualità” o le “caratteristiche” del nostro terreno. La sua Parola ci viene donata sempre con grande abbondanza, specialmente la domenica. E noi se sapremo accoglierla, comprenderemo che tipo di terreno siamo! Spesso ci ritroviamo ad essere come la “strada”, terreno battuto da tutti e per niente accogliente; altre volte siamo il terreno “pieno di sassi”, la Parola non riesce a mettere radici; altre volte siamo come il terreno “pieno di spine”, mille preoccupazioni ci prendono e così la Parola soffoca; altre volte (e lo spero per me e per voi) invece siamo terreno buono pronto ad accogliere la Parola e così capaci di portare frutto buono.
Gesù dopo questa “verifica”, circa il “che terreno siamo!”, ci propone un oracolo del profeta Isaia, che sembra scritto per il nostro tempo: Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi…”. A me sembra così vicino al nostro tempo e al nostro modo di essere cristiani in questo tempo. Per fortuna che Papa Francesco ci sta, di continuo, ripetendo che siamo una società ormai incapace di “ascoltare il dolore degli altri, di fare nostre le lacrime degli altri….”. E così i nostri occhi sono chiusi e anche il nostro cuore….
 
Allora, fratelli e sorelle, chiediamo al Signore di ricordarci che siamo terreno buono, fecondato dal suo preziosissimo sangue, dissodato dalla sua morte e resurrezione, arato dalla sua croce. Cerchiamo di non rendere il terreno della nostra vita, del nostro cuore, della nostra anima arido….incapace di accogliere la sua Parola….anzi, che la sua Parola ci riempia e ci renda capaci, come ci ricorda ancora Isaia, di convertirci….e soprattutto che il Signore ci “guarisca”!
 
Don Luigi Tommasone

 www.parrocchiasangiacomo.org

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