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Arrestate per maltrattamenti quattro maestre della scuola elementare di Biccari

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I Carabinieri della Compagnia di Lucera hanno dato esecuzione, nella mattinata odierna, a un’Ordinanza di Custodia Cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Foggia, che dispone la misura degli arresti domiciliari a carico di quattro insegnanti della scuola primaria presso l’istituto comprensivo “Paolo Roseti” di Biccari, ritenute responsabili, a vario titolo, del reato di maltrattamento di minori all’interno di istituto di formazione.

Il provvedimento giunge all’esito di una complessa attività investigativa condotta dai Carabinieri della Stazione di Biccari dalla fine del 2016 a marzo 2017.

Le indagini sono partite dalla denuncia presentata, nell'ottobre scorso dal padre di un alunno della classe quarta elementare, nei confronti di una sola delle arrestate, sebbene il primo sentore di malessere all’interno dell’istituto fosse già stato dato dall’insolita migrazione di scolari verso istituti di altri paesi limitrofi, verificatasi all’inizio dell’anno scolastico in corso.

Le indagini si sono sviluppate in due fasi: la prima, caratterizzata dall’acquisizione di informazioni testimoniali, ha visto l’escussione di quindici persone, tra cui insegnanti e altri genitori, mentre la seconda fase è stata condotta con l’ausilio di strumenti di videoregistrazione, posizionati all’interno di un’aula ove venivano svolte le lezioni.
Nel corso di quest'ultima parte l’attività si è sorprendentemente estesa: infatti, durante lo svolgimento di un’ora di supplenza nella classe IV, è stata rilevata la presenza di un’altra insegnante che ha fin da subito adottato condotte molto gravi nei confronti dei bambini, tali da rendere necessaria l’installazione di un’ulteriore videocamera all’interno dell’aula utilizzata dagli alunni della classe seconda elementare. In questa maniera sono state documentate le violenze usate anche dalle altre indagate nei confronti dei piccoli loro affidati, spingendo gli investigatori a concludere le attività il più velocemente possibile per porre finalmente termine a una situazione anche ai loro occhi ormai intollerabile.

Diversi sono stati gli episodi documentati, e alle violenze fisiche si sono poi aggiunte quelle psicologiche: i bambini venivano infatti derisi per le loro caratteristiche fisiche (un bimbo è stato costretto a dire “Io sono basso e bugiardo” di fronte ai propri compagni di classe), costantemente mortificati (sono state utilizzate espressioni del tipo “Fai schifo! Chiudi quella boccaccia che escono solo cose brutte da là!”, “Hai il cuore cattivo!”) e minacciati, sia verbalmente (“Dai che questo lo devo sconciare un po'!”, “Io ti faccio nuovo nuovo di botte!”, “Se ti do una botta in testa tu capisci che hai sbagliato e devi correggere l’errore, va bene? Facciamo questo gioco…”) che con l’utilizzo di aste in legno, e fatti oggetto di insulti e turpiloquio.

Significativo, sotto questo punto di vista, è stato l’episodio in cui un’indagata, mentre trascinava con forza uno scolaro all’esterno dell’aula, afferrandolo per un braccio, lo apostrofava con parole scurrili.

Così si è giunti ai provvedimenti odierni: le arrestate, dopo le formalità di rito espletate presso il Comando Compagnia Carabinieri di Lucera, sono state condotte presso le rispettive abitazioni in regime di arresti domiciliari, a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, che ha coordinato le indagini.


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