CULTURA Lucera         Pubblicata il

Aldo Pedicino, Terra mia. Grammatica, poesie e modi di dire in dialetto lucerino

condividi


Presentazione del libro di Aldo Pedicino: "Terra mia. Grammatica, poesie e modi di dire in dialetto lucerino", pubblicato a cura Massimiliano Monaco (introduzione e riflessioni linguistiche), venerdì 14 ottobre p.v., alle ore 18, con il patrocinio del Comune di Lucera, nell'Auditorium della Nuova Biblioteca Comunale al SS. Salvatore di Lucera.

Insieme a Massimiliano Monaco, dialogheranno Marco Terenzio Barbaro, che presenterà la serata e leggerà alcune poesie in dialetto lucerino e Costantino Postiglione, autore dei disegni che corredano il testo e di un video realizzato per l'occasione.

Aldo Pedicino, Terra mia.  Grammatica, poesie e modi di dire in dialetto lucerino
a cura di Massimiliano Monaco
Introduzione e riflessioni linguistiche di Massimiliano Monaco
Disegni di Costantino Postiglione
 
Queste riflessioni sulla nostra lingua, la nostra cultura e il nostro mondo popolare nascono dall’esigenza di far conoscere ad un pubblico più vasto una serie di ricerche sul dialetto di Lucera condotti per lunghi anni dall’avvocato lucerino Aldo Pedicino (1934-1997). Il lavoro rientra in un progetto finalizzato alla conoscenza e al recupero della memoria, dei saperi e delle tradizioni della nostra terra e alla riscoperta della ricchezza e della varietà del suo patrimonio dialettale. La raccolta di antichi termini, espressioni, locuzioni, poesie in vernacolo, ricette di cucina e modi di dire, con relative derivazioni etimologiche, fonologiche, morfologiche, sintattiche e lessicali, prende spunto da un corposo dattiloscritto del Pedicino - riproposto in  copia anastatica nella seconda parte del lavoro -  che sarebbe rimasto chiuso in un cassetto se non mi fosse stato consegnato della sorella Clelia, ultima diretta rappresentante della Famiglia Pedicino a Lucera, la quale sorella, a circa vent’anni dalla scomparsa del fratello, ha voluto che alcuni scritti inediti di Aldo non venissero dimenticati.
Il volume si compone di due sezioni, una su lingua e dialetto, in cui si offre una riflessione sui concetti di "lingua patria" e di "lingua madre", provando a superare la distinzione, anche terminologica, fra lingua nazionale e idioma dialettale. E’ una distinzione cha appare ancora sfumata negli appunti di Pedicino, ma che può essere completamente accettata se si pensa che il nostro dialetto non è, come può credersi, una corruzione dell’italiano o del fiorentino, ma del latino e, come quasi tutti i dialetti italiani, rappresenta una lingua neolatina, al pari dello spagnolo, del francese o del rumeno, con le sue regole e i suoi costrutti, da conoscere e da comprendere.
Sempre nella prima parte del lavoro, si prova a dimostrare come una lingua vive e si evolve solo se ha una propria produzione letteraria (romanzi, poesie, opere teatrali e musicali), ma anche se analizza le proprie regole grammaticali, sintattiche e lessicali. Questo spiega come mai la quasi totale assenza di una pratica letteraria – e meno che mai grammaticale – rende tutti i dialetti, a differenza della lingua nazionale, molto praticati da un punto di vista orale, ma difficili da utilizzare, ovvero arbitrariamente utilizzati nelle forme scritte. In buona sostanza, se i linguaggi dialettali ci appaiono degli immobili e desueti "reperti" archeologici, se sono spesso difficili da comprendere, se ci fanno spesso sorridere o, peggio, vergognare, questo lo si deve al fatto che essi non hanno avuto nulla di paragonabile alla produzione letteraria in lingua italiana pubblicata dal Duecento ai nostri giorni.
Massimiliano Monaco

Torna indietro
Stampa
© Lucerabynight.it e una realizzazione mediaweb-grafic