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Ignorato lo sport più amato dalla gente: il ciclismo

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Ha ragione Pietro Del Grosso - dirigente nazionale e regionale della Federazione Italiana di Ciclismo - quando dice che il ciclismo a Lucera - lo sport più amato dalla gente - è sostanzialmente  ignorato da alcuni anni.
Le esternazioni  a mezzo stampa di Del Grosso - anche  presidente  della società ciclistica locale la “Pedale Vittoria“ -  hanno  portato ad una doverosa riconsiderazione della questione, ora che  per il terzo anno consecutivo rischia di saltare ancora la classica delle feste patronali, la coppa “Santa Maria Patrona“.
Non v’è dubbio che Del Grosso affronta un problema reale. Il ciclismo a Lucera ha goduto sempre ottima salute, una radicata nobile tradizione, come è dimostrato dal fatto che ogni gara fa registrare un pienone di spettatori.
Si dirà - come qualcuno maliziosamente sottintende  - che  qui non si paga il biglietto.
E’ vero  ma non si sta delle ore sotto il sole e le intemperie ai margini delle strade se non si è spinti da vera passione.
Ed è questa tradizione che ha portato a Lucera corse di primo piano, tra cui il Giro d’Italia (2001), il Giro della Puglia, il campionato nazionale dilettanti ed altre classiche importanti . E’ chiaro che con i soli sforzi della “Pedale Vittoria“ non si può fare molto. Lo stesso presidente non poche volte ci ha rimesso di tasca propria per far quadrare i conti.
A Lucera, per fortuna, sono presenti diverse  branche sportive che godono di buona salute (e di risultati ) che vengono sostenute anche con i contributi pubblici, ma che, tutto sommato, non godono del fascino del ciclismo. Va bene così.
Ma non si  può ignorare il mondo della bicicletta che un tempo è stato palestra, fucina, luogo e momento di aggregazione per tanti giovani, diversi dei quali hanno calcato anche il palcoscenico nazionale, tra cui c’è pure lo stesso Del Grosso quando era corridore. Bisogna sensibilizzare e muovere l’interesse  soprattutto dell’imprenditoria privata che sembra non percepire i vantaggi commerciali, di mercato derivanti da opportune campagne di sponsorizzazione a mezzo ciclismo.
Non solo. Anche l’Amministrazione comunale  dovrebbe mostrarsi più sensibile dinanzi alle richieste della “Pedale Vittoria” che non reclama nulla per sé, ma solo risultati e risvolti sportivi  che ricadano positivamente sul tessuto sociale ed economico della città e, soprattutto, favoriscano il sano “addestramento“ educativo dei giovani.

         Antonio Di Muro

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