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Violenza sulle donne, nuove considerazioni da M. Luigia Ieluzzi

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Violenza sulle donne: dopo la lettera di Lucilla Calabrìa (Lucera: denuncia violenze, quello che le donne non dicono, ma fanno) alcune considerazioni di M. Luigia Ieluzzi, che ha sentito la necessità di contribuire con un suo personale pensiero all'argomento trattato. Considerazioni che volentieri pubblichiamo, segno che basta poco per far riflettere, siamo lieti di essere parte di questo processo attivo.

Ho appena  letto la lettera scritta dalla Sig.ra Lucilla Calabria e  sento di dover dire alcune cose sull’argomento della Violenza e dell’abuso.
Ha ragione Lucilla quando parla di una città “sonnacchiosa” e distratta,   che su questo problema non ha mai proferito parola. Può essere di consolazione  constatare  che non è l’unico luogo dove la sofferenza di tante donne, e non solo, non trova spazio, non é svelata e portata alla luce.
Come medico spesso durante la mia attività ho incontrato donne (ma anche bambini e adolescenti) che di storie particolari ne hanno raccontate tante.
La cronaca parla di femminicidio e allora, chi con la salute delle persone ci lavora, non può non riconoscere i risvolti negativi che sulla salute di una donna  può comportare una  violenza fisica o psicologica ripetutamente esercitata.
 Partendo da una banale considerazione e cioè che tutte le donne uccise e tutti gli uomini che uccidono hanno un Medico di Famiglia, ho proposto, insieme ad altri colleghi alla Asl della Provincia di Foggia, di fare  un corso di formazione ai Medici di medicina generale e Pediatri circa questa “emergenza” sociale. La ASL ha accolto questa richiesta e questo corso si è svolto  nei giorni del 4, 5 e 12 Aprile presso la Sala Rosa di Foggia e l’Ordine dei Medici delle Provincia di  Foggia.
Buona la partecipazione dei Pediatri scarsa quella dei Medici di Medicina Generale .
Perché tanta distrazione? Perché tanta indifferenza rispetto alla violenza e l’abuso?   Forse perché la nostra è una società che vive di pregiudizi che pervadono tutti gli ambienti; una società che valuta una donna con gli stessi strumenti che utilizza per un uomo disconosce la medicina di genere.
Purtroppo la nostra è una cultura evoluta al maschile che fa fatica a riconoscere le differenze e le diversità commettendo così dei grossolani errori di valutazione come, ad esempio,  sottostimare la gravità della violenza sulle donne confondendola e accomunandola ad altri tipi di violenza che hanno altre radici e motivazioni.
Pur essendo candidata in queste amministrative non ho voluto parlare di questo argomento nel programma della coalizione  di cui faccio parte perché non si può pensare di costruire un consenso elettorale sulla sofferenza di donne violentate e abusate.
 Il  percorso iniziato lo continuerò  con i colleghi che vorranno condividerlo perché sono convinta che noi medici siamo nella condizione ideale per  poter intercettare meglio di altri quei segnali di sofferenza che inevitabilmente le  donne trasmettono. I medici formati  in tal  senso  saranno in grado di far emergere la violenza misconosciuta e potranno indirizzare la donna  in una  rete di supporto e di aiuto che potrà  accoglierla  e proteggerla.
Parlare  in questo clima di campagna elettorale di poter aprire  a Lucera un CAV (Centro Anti Violenza)  non è opportuno perché si correrebbe il rischio di  essere strumentalizzato a fini elettorali.
Di questo, a prescindere dal personale esito elettorale,  si potrà parlare anche dopo tra tutte le donne che vorranno GRATUITAMENTE mettere a disposizione di altre donne, mogli, madri il proprio tempo e le proprie competenze perché se un cambiamento bisogna determinare occorre che tutte noi facciamo la nostra parte innanzitutto rompendo l’isolamento in cui spesso ci chiudiamo  per motivi diversi e mettendosi  a disposizione, senza se e senza ma ,  di una rivoluzione  che è  prima di tutto culturale e che dovrà cambiare le donne stesse.
Insomma, se vogliamo vincere l’inerzia tipica di tutti i cambiamenti occorre innanzitutto che le forze di chi ci vuole stare siano unite e lavorino senza barriere e pregiudizi ma semplicemente INSIEME.
Grazie Lucilla per avermi dato l’occasione di poter parlare delle donne.

Maria Luigia Ieluzzi

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