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Musica Civica conclude a Lucera la V edizione con 'La Suburra italiana'

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Si chiude Musica Civica con il più grande capolavoro di Mozart, la sua ultima opera, la più discussa, l’opera sulla quale si sono costruite leggende, accavallate ipotesi, raccontate favole: il Requiem K 626, incompiuto a causa della morte di Mozart avvenuta il 5 dicembre del 1791.
Dunque un lavoro funebre che è intrecciato alle vicende della morte dell’autore; non sappiamo se sia vero che, come affermarono a distanza di anni testimonianze riconducibili alla vedova, Mozart avesse detto di comporre questo Requiem per se stesso. Di fatto è significativo che un frammento del Requiem venisse eseguito a una cerimonia funebre svoltasi a Vienna a distanza di pochi giorni dalla scomparsa del compositore.
Il formarsi di una “mitologia” intorno al Requiem nasce dunque da questa coincidenza fra lavoro funebre e morte prematura, per lungo tempo avvertita come misterioso segno del destino.
Molti altri misteri hanno però interessato fin dalle origini l’opera e tuttora non appaiono del tutto chiariti.
Singolari sono certamente le circostanze della nascita della partitura. Nel luglio 1791 Mozart ricevette la commissione per la stesura di un Requiem da parte di un intermediario del conte Walsegg, un aristocratico prematuramente vedovo che intendeva eseguire l’opera nella ricorrenza della scomparsa della consorte, attribuendosene disinvoltamente la paternità.
Tuttavia, secondo testimonianze riconducibili a Constanze Mozart, l’intermediario non avrebbe rivelato a Mozart l’identità del committente, invitando anzi il musicista a non ricercarla; vero o non vero, questo presunto anonimato del committente contribuì indubbiamente all’alone di mistero sulla nascita del lavoro. Mozart muore lasciando incompiuta la partitura del Requiem e questa incompiutezza è all’origine di tutta un’altra serie di misteri.
La vedova Constanze, comprensibilmente desiderosa di riscuotere il saldo della partitura incompiuta, ne affidò il completamento a musicisti legati all’entourage del marito. Ad occuparsi di colmare le lacune fu principalmente Franz Süssmayer, allievo del compositore, ma prima di lui erano stati coinvolti altri due allievi, F. Freystädtler e J. Eybler, sotto il probabile coordinamento di un altro musicista vicino a Mozart, l’abate Maximilian Stadler.
Tutti costoro furono legati da un vincolo di segretezza; nessuno doveva sospettare che Mozart non fosse l’unico autore del Requiem.
 
Carlo Bonini
Nato a Roma nel 1967, è un giornalista e scrittore italiano.
Nell’89 ha lavorato per il Manifesto, quindi si è trasferito a metà anni ‘90 a New York al settimanale Newsweek.
Dal ‘97 al 2001 ha lavorato a Milano al Corriere della Sera, dove si è occupato di cronache giudiziarie.
Attualmente è inviato del quotidiano la Repubblica.È uno degli appartenenti alla tradizione di giornalismo investigativo italiano. Ha condiviso con il collega Giuseppe D’Avanzo i principali spunti investigativi di una carriera talentuosa e controversa, segnata da scoop importanti pubblicati da Repubblica, come quelli legati alla vicenda del rapimento (o meglio della extraordinary rendition) operata dalla Cia a Milano ai danni dell’imam Abu Omar, sospettato di appartenere a una rete di terrorismo internazionale. Il suo primo libro La toga rossa, pubblicato nel 1998 per l’editore Tropea, vince il premio Rea per la saggistica. In seguito pubblica una biografia di Renato Vallanzasca che ha ispirato nel 2010 il film di Michele Placido, Vallanzasca - Gli angeli del male. Nel 2004 pubblica Guantanamo. Viaggio nella prigione del terrore, un saggio sulla prigione statunitense di Guantanamo. Nel 2009 pubblica All cops are bastard sui membri dell’unità della celere della Polizia di Stato da cui è stata tratta l’omonima trasposizione per la regia di Stefano Sollima. Nel 2013 pubblica Suburra, romanzo verità sull’abisso criminale della Roma dei nostri giorni.
 
Fabrizio Gifuni
Terminati gli studi all’Accademia Nazionale d’Arte drammatica “Silvio D’Amico”, debutta in teatro nel 1993, nell’Elettra di Euripide per la regia di Massimo Castri. Collabora successivamente con Sepe, Terzopoulos e Malosti. È ideatore e interprete di diversi spettacoli, fra cui: ‘Na specie de cadavere lunghissimo, premio Hystrio 2004, e L’ingegner Gadda va alla guerra (da Carlo Emilio Gadda e William Shakespeare) per il quale riceve due Premi Ubu nel 2010 entrambi per la regia di Giuseppe Bertolucci. Fra i suoi film (circa trenta i titoli): Così ridevano di Gianni Amelio (Leone d’oro al Festival di Venezia 1998), Il partigiano Johnny, Hannibal di Ridley Scott, La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana (premiato al Festival di Cannes), La ragazza del lago di A. Molaioli, Romanzo di una strage di M. T. Giordana.
In televisione è stato Alcide De Gasperi (con Liliana Cavani), PaoloVI (con Fabrizio Costa). Rivelazione europea al Festival di Berlino nel 2002, nello stesso anno riceve il Globo d’oro della stampa estera e il Premio De Sica per la stagione cinematografica. Nastro d’argento per La Meglio Gioventù nel 2004.
Nel 2010 è premiato come miglior attore al Festival di Montecarlo e al Roma Fiction Festival per la sua interpretazione di Franco Basaglia. Quattro volte nomination ai David di Donatello, premio Gian Maria Volonté 2012, Gifuni è uno degli attori più apprezzati per le sue indubbie capacità interpretative.
 
Miran Vaupotich, direttore
Miran Vaupotich si è velocemente imposto all'attenzione internazionale come giovane direttore d'orchestra.
Attualmente è direttore ospite principale della Russian Symphony Orchestra di Mosca, direttore associato della Luganks Philharmonic Orchestra in Ucraina e direttore artistico della Atlantic Coast Opera di Philadelphia.
Ha vinto numerosi concorsi internazionali come la Confédération Mondiale de L'Accordéon - CMA - Trophée Mondial de l'Accordéon in Italia nel 2003, il Music GOLDEN TROPHY 2007 a New York, l'International Festival InterArtia 2008 in Grecia, l'IBLA Grand Prize World Competition in Sicilia, solo per citarne alcuni. La International Art Society & Academy lo ha nominato “artista dell'anno 2008”.
Miran Vaupotich si è esibito con orchestre come Rijeka Philharmonic Orchestra, Croatian Chamber Orchestra, Zagreb Chamber Orchestra, Croatian Philharmonic e Dubrovnik Symphony Orchestra in Croazia; Chamber Orchestra Kremlin, Kaliningrad Chamber Philharmonic, Russian Symphony Orchestra Prokofiev, Ulyanovsk Symphony Orchestra e Moscow State Symphony Orchestra in Russia; Camerata Klaipeda in Lituania; Pomorian Philharmonic Orchestra in Polonia; Egyptian Philharmonic e Cairo Symphony Orchestra in Egitto; Beijing Chamber Orchestra in Cina; Sinfonietta Zilina in Slovacchia; Prince George Symphony Orchestra in Canada; Ashdod Symphony Orchestra in Israele; Belarusian Philharmonic Orchestra in Bielorussia; Filarmonica de Stad Arad in Romania; Orchestra Sinfonica di Grosseto in Italia; Pannon Philharmonic Orchestra in Ungheria e molte altre.
Tra gli appuntamenti più rilevanti  della stagione 2013-14 Vaupotich annovera il debutto in Sud America con l'Orquesta Sinfónica UNCuyo in Argentina, apparizioni con l'Israel Kibbutz Orchestra, la Iasi State Philharmonic e il Gavriil Musicescu Academic Choir per lo Stabat Mater di Rossini in Romania, Rigoletto alla  Belgrade National Opera e i Carmina Burana con la Macedonian Opera & Ballet.
Nell'estate del 2011, Miran Vaupotich ha debuttato negli USA dirigendo Le Nozze di Figaro all'Atlantic Coast Opera Festival di Philadelphia. Nel 2012 ha diretto le prime produzioni di Sweet Dreams di Waundel Saavedra e Rumpelstiltskin di John Alan Rose a New York City al  National Opera America Center, mentre nel 2013 ha debuttato alla Croatian National Opera con  Il Barbiere di Siviglia di Rossini.
Con la Russian Symphony Orchestra Prokofiev ha inciso un album, “Elegia”, per l'etichetta CC Records, mentre l'album “Sensations” è stato inciso per la Naxos con la Croatian Philharmonic.
Vaupotich collabora attivamente con importanti compositori americani, russi, francesi, slovacchi, italiani e croati di cui ha dato le prime esecuzioni. Tra questi si ricordano il  Piano Concerto di John Alan Rose, San José di Peter Machajdik, la Symphonic Suite di Dmitry Yautukhovich e la Sinfonia n. 2 di Primous Fountain commissionata da Quincy Jones.
Miran Vaupotich si è laureato alla Jurai Dobrila University di Pula dove ha ottenuto la Rector Scolarship. In seguito ha continuato il suo percorso in Grecia dove ha compiuto gli studi di Direzione alla International Art Academy.

PROGRAMMA
 
domenica 30 marzo 2014
Lucera, Teatro Garibaldi • ore 11.00
 
Conversazione
“La Suburra italiana”
con Carlo Bonini
Letture di Fabrizio Gifuni
 
Concerto
L’ultimo capolavoro di Mozart
Requiem K 626 per soli, coro e orchestra
Data di composizione: 1791
Prima esecuzione: Wiener Neustadt 14 dicembre 1793
I. Introitus
Requiem aeternam - Et lux perpetua - Te decet - Exaudi - Requiem
aeternam - Et lux perpetua
II. Kyrie
III. Sequentia
Dies irae - Tuba mirum - Rex tremendae – Recordare
Confutatis - Lacrimosa
IV. Offertorium
Domine Jesu - Hostias
V. Sanctus
VI. Benedictus
VII. Agnus Dei
VIII. Communio
Lux aeterna
 
Libera Granatiero, soprano
Concetta D’Alessandro, mezzosoprano
Leonardo Gramegna, tenore
Graziano De Pace, basso
 
Coro “G. F. Haendel” di Manfredonia
Rosangela Triggiani, direttore
 
Coro “Voci insieme” di Monte Sant’Angelo
Antonio Falcone, direttore
 
Orchestra Sinfonica Musica Civica
Miran Vaupotich, direttore

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