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Lo psicologo: coppie in crisi, forse è meglio se ci lasciamo…

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I matrimoni lunghi e infelici peggiorano la salute

Recenti studi sul cervello umano ci hanno svelato due importanti scoperte: una positiva e una negativa. La positiva è che gli esseri umani sono geneticamente destinati ad innamorarsi, non c’è niente da fare. La cattiva notizia è che le coppie non sono necessariamente destinate a restare unite, o a durare eternamente. Quando si incomincia a perdere interesse per il partner, a trovarlo poco attraente e a volersi unire ad un’altra persona, probabilmente siamo nel bel mezzo di una crisi di coppia.
I problemi di coppia iniziano quando dall’innamoramento (se c’è stato) si passa alla “fase di transizione”. In questa fase l’eccitamento di conoscere a fondo l’altra persona e la passione dei rapporti sessuali diminuiscono o svaniscono (dopo alcuni mesi o alcuni anni, la famosa “crisi del settimo anno”), mentre i sentimenti divengono basati su una valutazione più realistica del partner. Si iniziano a percepire i difetti dell’altro, i due partner non si sentono più corrisposti nel soddisfacimento dei loro desideri e bisogni, iniziano ad affiorare le differenze. Tutto questo coglie emotivamente impreparata la coppia, che  inizia ad interrogarsi sull’opportunità di continuare una relazione  sempre più deludente.
I conflitti iniziano ad emergere perchè ciascuno cerca di forzare l’altro a corrispondere maggiormente ai propri desideri e ne mette alla prova l’amore. Sono motivi di conflitto il disaccordo sui valori personali, le dinamiche di potere, i problemi organizzativi e di comunicazione.
Queste  crisi, quando hanno un esito sfavorevole, possono portare al disamore e alla rottura del rapporto, oppure alla  continuazione in condizioni di continuo conflitto e malessere psicologico.

Cos’è meglio fare in questi casi? Meglio restare uniti comunque o lasciarsi per sempre?


Le persone che vivono un rapporto di coppia infelice ma continuano lo stesso a convivere insieme hanno ripercussioni sulla salute. A farne le spese è l'autostima, ma viene coinvolta anche la salute fisica e psicologica.
Due ricercatori americani, Daniel Hawkins e Alan Booth, per un periodo di 12 anni hanno condotto uno studio che ha coinvolto 1.150 volontari presso la Penn State University. La conclusione è stata che qualora marito e moglie continuino a vivere insieme ma in una situazione di infelicità (relativa al rapporto di coppia), si è meno soddisfatti della propria vita, i livelli di autostima si abbassano e la salute peggiora.
Questo studio fa luce su un aspetto poco studiato, in passato ci sono stati numerosi studi che evidenziavano i benefici portati da un matrimonio felice sulle persone e gli effetti di un divorzio, ma mai si era analizzata la situazione di una coppia che continuava a vivere insieme anche se infelice.
Se quindi un rapporto di coppia che funziona porta notevoli benefici, continuare a convivere nell'infelicità porta più problemi di quelli che potrebbe dare un divorzio. Secondo Booth, quando ci si trova in queste condizioni, le coppie possono avere maggiori opportunità di migliorare il loro stato di benessere generale ponendo fine alle loro unioni.
Il mio consiglio è quello di prevenire i problemi, pensando accuratamente prima di prendere la decisione del matrimonio. Sempre più spesso, invece, si assiste a matrimoni che durano sempre meno e che provocano non pochi problemi alla salute psico-fisica.

N.B.: Lo studio non affronta comunque tutti gli aspetti, molte volte ci sono dei bambini di mezzo e la situazione potrebbe essere più complessa.
P.S.: Se avete dei quesiti da porre a Salvatore Panza, scrivete nell’area commenti o, se preferite una comunicazione privata, inoltrateli direttamente alla casella di posta del Dottore: salvatore_panza@virgilio.it. Per altre informazioni visitate il sito: www.salvatorepanza.it oppure telefonate al: 340.2351130.

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