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Da Pasquale Zolla poeta di Lucera un pensiero sul caso Ablyazov

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La menzogna, per i politici, paga sempre a loro favore
E la dignità dell’Italia e del Popolo Italiano finisce a carte quarantotto
E l’Italia, con l’intero suo popolo, ancora una volta è costretta a subire figuracce incredibili sulla platea mondiale per l’espulsione della moglie e della figlioletta del dissidente kazako Ablyazov.
L’intero vertice della Polizia sapeva del caso, compreso il capo di gabinetto del ministro Procaccini, ma lui, Alfano, il ministro, non era al corrente.
Gli unici a pagare, in questa incredibile vicenda, sono stati il capo della segreteria del Dipartimento di Pubblica Sicurezza e Procaccini, i quali si sono dimessi dai loro incarichi.
Il ministro Alfano, sfiduciato, supera brillantemente la fiducia grazie a Pd e Pdl perché non era stato messo al corrente del caso Alma.
Ma la verità che emerge dai verbali allegati alla relazione del capo della Polizia Pansa è più che lampante del coinvolgimento del ministro in quanto è documentato che l’ambasciatore kazako Yelemessov e il suo consigliere Khassen si erano presentati al Viminale, il giorno dell’espatrio (31 maggio) di Alma Shalabayena e della sua figlioletta, mostrando agli agenti il biglietto da visita di Procaccini, che non poteva non aver avvisato il ministro per quanto
aveva fatto.
Il mondo s’ndigna, ma gli interessati si autoassolvono con i soliti: non sapevo, non ricordo, l’ho saputo solo dalla stampa, non sono stato informato, ne ero completamente all’oscuro!
All’oscuro? Ma se l’ambasciatore kazako e il suo consigliere avevano cercato il 28 maggio Alfano al telefono, come può un segretario del ministro non appuntare un simile intervento?
Inoltre il 29 maggio gli stessi kazaki erano in questura e al Ministero degli Interni per pianificare, con Procaccini, la cattura del latitante Ablyazov, nascondendo lo status di dissidente rifugiato. Ancora un’iniziativa del solo Procaccini?
E naturalmente anche il 30 i due kazaki fanno un’ennesima richiesta di cui Alfano non viene messo al corrente. Naturalmente!
E non trovando l’interessato, se la prendono con la moglie e la figlioletta mettendole nelle mani del regime dittatoriale kazako!
Devo dire che Berlusconi, con le sue verità negate, ha fatto un buon lavoro con Alfano! Anzi ha minacciato di mandare il governo a casa se Alfano fosse stato sfiduciato!
E l’Italia e gli Italiani ancora una volta hanno perso, nel mondo, la loro dignità per colpa di un Ministro dell’Interno, nonché Vice presidente del Consiglio, che ha consegnato due innocenti nelle mani di un dittatore!
E la dignità, una volta persa, non ce la potrà ridare nessuno!

Pasquale Zolla
 
‘A granòggne vullute
‘Na granòggne dind’a ‘na gròsse kavedare
chjéne d’akkue jettate venìje. U fuke
appecciate venìj’è l’akkue tèpete
addevendaje. ‘A granòggn’a trùuàje
gradèuele è a nnatà kundenuàje.
U kavete, ndande, akkumenzave
a ‘umendà. Nu póke de cchjù de kuille
ka i pjacéve. Se stangaje nu póke,
appèrò ne nze spavendaje. L’akkue
kavete assaje addevendaje
è ‘a granòggne sgradèuel’a trùuàje,
ma tròppe dèbbul’éve, fórze pe rjaggì
cchjù ne ndenéve. Nzuppurtav’è nfacéve
ninde. U kavete angór’aùmendaje
fenakkuanne ‘a granòggne fernìje
mòrte vullute. Kuanne nu kaggnaminde
‘m’manére lènde avvéne, a’ kusscènze
sfuje è nnen sciusscetéje nessciuna
rjazzjòne, nessciuna ssciarrjate. Da kakkè
decènnje a sta parte subbènne stime
‘nu linde jì ò’ kuàle chjane chjane
ce hanne bbetùuàte. Tanda kóse
ka kakkè timbbe fà urrure fatte
ci’avarrìjene, bbanale sònn’addevendate,
ssckitte nu pukarille ce strubbèjene,
ndefrènne ce lassene, kum’a granòggne.


La rana bollita
Una rana in un pentolone
d’acqua venne messa. Il fuoco
venne acceso e l’acqua tiepida
diventò. La rana la trovò
gradevole e continuò a nuotare.
La temperatura, intanto, cominciava
a salire. Un poco più di quella
che apprezzava. Si stancò un poco,
però non si spaventò. L’acqua
diventò molto calda
e la rana la trovò sgradevole,
ma era troppo debole, forza per reagire
più non aveva. Sopportava e non faceva
nulla. La temperatura salì ancora
fino a quando la rana finì
morta bollita. Quando un cambiamento
avviene in maniera lenta, alla coscienza
sfugge e non suscita nessuna
reazione, nessuna rivolta. Da qualche
decennio a questa parte stiamo subendo
una lenta deriva alla quale lentamente
ci hanno abituato. Molte cose
che qualche tempo fa orrore fatto
ci avrebbero, sono diventate banali,
ci disturbamo solo leggermente,
ci lasciano indifferenti, come la rana.

Pasquale Zolla

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