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Primo Maggio 2013: Festa dei lavoratori disoccupati e licenziati

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Resterà solo un ricordo la Festa dei Lavoratori?

La Festa dei lavoratori, celebrata il 1° Maggio, intende ricordare i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori.
Oggi, che quei traguardi raggiunti sono calpestati da una classe politica inetta, sembra che siamo ritornati a 150 anni fa circa, all’origine della Festa, che risale ad una manifestazione organizzata negli Stati Uniti dai Cavalieri del lavoro, a New York, il 5 aettembre 1882.
A far cadere la scelta sul 1° Maggio furono i gravi incidenti accaduti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago (3 maggio), con i lavoratori in sciopero all’ingresso della fabbrica di macchine agricole McCormick.
La polizia, chiamata a reprimere l’assembramento, sparò sui manifestanti uccidendone due e ferendone diversi altri.
Il 4 maggio, quando la manifestazione volgeva alla fine, la polizia sparò nuovamente sui manifestanti provocando numerose vittime.
L’11 novembre del 1887 a Chicago quattro operai, quattro organizzatori sindacali e quattro anarchici furono impiccati per aver organizzato, il 1° Maggio dell’anno precedente, lo sciopero e una manifestazione per le otto ore di lavoro.
Sembra che le loro ultime parole siano state: «Salute, verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più forte delle voci che oggi soffocate con la morte!» La data del 1° Maggio fu adottata in Canada nel 1894 e in Europa fu ufficializzata dai delegati sociali della Seconda Internazionale, riuniti a Parigi nel 1889 e ratificata in Italia due anni dopo.
La Festività in Italia venne soppressa durante il ventennio fascista, che preferì festeggiarla il 21 Aprile in coincidenza con il Natale di Roma, ma venne ripristinata subito dopo la fine del conflitto mondiale nel 1945.
Nel 1947 la ricorrenza venne funestata, a Portella della Ginestra (Palermo), dalla banda di Salvatore Giuliano che sparò su di un corteo di circa duemila lavoratori in festa, uccidendone undici e ferendone una cinquantina.
Oggi sembra ritornare quel triste periodo perché al dramma della disoccupazione crescente si risponde con i licenziamenti che si espandono a macchia d’olio nel privato come nel pubblico.
Siamo vicini al punto di fusione tra rottura sociale e crisi democratica anche perché la politica ha perso ogni credibilità in quanto si è pensato solo ed unicamente alla Casta assiepata non solo nel Parlamento nazionale, ma anche nei piccoli e nei grandi Enti (Regioni, Province, Comuni…) con privilegi da nababbi.
Spero che il governo Letta sappia intendere (e non come hanno fatto finora muro contro muro i partiti e l’M5S) l’estrema drammaticità di questo passaggio storico e sappia offrire una risposta capace di dare speranza a un’Italia ferita e disperata!
Non facciamo che il 1° Maggio resti solo un ricordo dei sacrifi fatti per raggiungere quei traguardi di benessere che oggi vengono palesemente calpestati!
Facciamo che il 1° Maggio ritorni ad essere la FESTA DEI LAVORATORI!
Pasquale Zolla

Prime Magge: ‘na Fèste ka se stingue
U Prime Magg’éve kum’a ‘na paróle
maggeke ka da vòkk’a vvòkke se ne jéve,
ka l’alme d’i lavurature allegrave,
paróle d’òrden’éve ka se skaggnave
ndra kuande ò pròbbete megghjuraminde
s’anderessevane. Nu jurne ghéve
de repuse ka fèste addevendave.
Ògge u Prime Magge ddevendat’éje
‘a Fèste d’a sukkupazzjòn’è dd’i parpete
pekkè i pòste de fatike sònne
kum’è nnemale strjate: nda vìje
de stenzzjòne. Nu spettakule trist’éje
vvedè n’òme ò nu uagghjòne ka vóle
fategà è ffatighe  ne nne tròue.
È ppenzà k’a Kustetuzzjòne Taljane
dice ka òggnè perzzòne deritt’have
a’ fatighe è adda ghèsse prutètte
d’a sukkupazzjòne. A vuje puleteke
i sukkupat’è i lecenzzjate dicene:
«Nu jurne venarrà dinde a kkuje
u sulènzje nustre cchjù fórte sarrà
d’i  vóce ka ògge suffukate ke gabbèlle
ka  sukkupazzjòne è mmòrte danne!»

Primo Maggio: una Festa in estinzione
Il Primo Maggio era come una parola
magica che andava di bocca in bocca,
che rallegrava gli animi dei lavoratori,
era parola d’ordine che si scambiava
fra quanti al proprio miglioramento
s’interessavano.Era un giorno 
di riposo che festa diventava.
Oggi il Primo Maggio è diventato
la Festa della disoccupazione e della frustrazione
perché i posti di lavoro sono
come le tigri: in via
di estinzione. È un triste spettacolo
vedere un uomo o un giovane che vuole
lavorare e lavoro non trova.
E pensare che la Costituzione Italiana
afferma che ogni individuo ha diritto
al lavoro e  deve essere protetto
dalla disoccupazione. A voi politici
i disoccupati e i licenziati dicono:
«Verrà un giorno in cui
il nostro silenzio sarà più forte
delle voci che oggi soffocate con tasse
che danno disoccupazione e morte!»

Pasquale Zolla

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