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Marucci scrive ad Agnusdei e apre alla società civile

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PER AGNUSDEI IL TERRITORIO VA RAPPRESENTATO IN PARLAMENTO

Rispetto alla vicenda Tribunale lo si era vista sentito poco. Fatto strano per un giovane, vicino alla trentina, che mastica pane e politica dall’adolescenza: fin dai tempi di Alleanza Nazionale. Michele Marucci, dopo la fusione (fredda) tra AN e Forza Italia era confluito nel partito unico Popolo della Libertà ottenendo, da candidato alle Amministrative 2009, anche un lusinghevole riscontro in termini di voti, ma non l’elezione nello scranno consiliare di palazzo Mozzagrugno.

Da finiano vero, si era sfilato dal PdL, aggregandosi a Futuro e Libertà per l’Italia e divenendone dirigente a livello locale e provinciale. Il resto è storia recente, con la nomina nel quarto esecutivo Dotoli all’Assessorato per i Servizi Sociali e le Politiche Giovanili e la fondazione, insieme a pochi altri, del Comitato per la difesa dell’Ospedale ‘Lastaria’ che ha costituito nell’ottobre di un anno fa.

Una causa per la quale ha sfilato, protestato, digiunato e marciato tra Lucera, Foggia, Bari. Ora, Michele Marucci, torna a mettere penna su carta per indirizzare una lettera aperta al Presidente del Foro di Lucera e del Circondario Giuseppe Agnusdei. Finora, come detto, non abbiamo quasi mai avvistato l’esponente futurista, ma ciò vuol dir poco, nelle assemblee del Comitato per la legalità in Capitanata. Sembra che per quella battaglia, Marucci, abbia finora preferito la penna al fioretto, lasciando che fosse l’avvocato Francesco Di Battista, unico consigliere comunale di FLI, a rappresentare la sua forza politica.

Ma alla vigilia della partenza per Roma di una delegazione dei 32 Sindaci del territorio autoconvocatisi presso la Presidenza della Repubblica, il giovane attivista di partito, ha lanciato un paio di idee e diretto qualche strale all’indirizzo degli attuali rappresentanti politici della realtà nostrana, strizzando l’occhio alla cosiddetta ‘società civile’. Leggere per credere. Pensiamo ne valga la pena, anche perché tira aria da campagna elettorale, farsi trovare impreparati proprio non si può.

Costantino Montuori


La missiva a firma di Marucci

Illustrissimo Presidente Agnusdei,
…mi permetta di commentare e proporre alcune modeste riflessioni in replica al suo intervento pronunciato in occasione dell’ultima riunione del Comitato per la difesa della Legalità in Capitanata lo scorso tre settembre.
Mi consenta anzitutto - rubo le sue parole - “da cittadino, da figlio di questa terra”, di ringraziarla sentitamente per tutto ciò che ha fatto e continua a fare in difesa di Lucera e dei comuni limitrofi; un’azione e un impegno che probabilmente sono andati ben oltre i doveri del suo ruolo istituzionale nella necessità di sopperire (sopperendo lodevolmente) alla carenza di rappresentatività politica del territorio.
Condivido, dunque, il contenuto del Suo intervento e apprezzo le conclusioni del Suo ragionamento,
…mi permetta, tuttavia, di estendere la riflessione sugli aspetti più squisitamente politici.
Il benessere di una collettività è funzione di un complesso e variegato numero di variabili: storiche, culturali, geografiche, economiche, sociali, politiche; non aderisco al pensiero massimalista secondo cui se tutto va bene o tutto va male è merito o demerito del potere politico contingente. Mi pare evidente che la Provincia di Siena e la Provincia di Foggia, assoggettate al medesimo governo nazionale, allo stesso parlamento e alle stesse norme generali, producano uno“spread” in termini di qualità della vita elevatissimo. Allo stesso modo, le città di Trani, di Molfetta, di Monopoli, di Nardò, con le quali condividiamo anche la medesima amministrazione regionale e le relative leggi, godono di un livello di benessere tangibilmente superiore al nostro.
Orbene, Egregio Avvocato, l’esigenza, l’urgenza che questa città torni ad avere rappresentanza nel Parlamento Nazionale, e aggiungerei anche in quello Regionale, soprattutto in ragione della sconcertante aggressione in atto, è indiscutibilmente reale ed indifferibile, ma questo non basta, non è sufficiente.
Non è mia abitudine produrmi in sterili esercizi intellettuali a scapito di un pragmatismo indispensabile per raggiungere l’obiettivo in tempi assai limitati e nel bel mezzo del caos politico più significativo della storia repubblicana, tuttavia, ritengo oltremodo errato pensare che la figura eventualmente da designare e (speriamo) eleggere in Parlamento (e in Consiglio Regionale) possa essere una sorta di ‘Messia’ depositario di ogni virtù, capace di farsi carico delle aspettative di tutta la collettività.
Credo, al contrario, che tale figura, certamente dotata di tutte le caratteristiche da Lei ben evidenziate, debba essere il ‘Finalizzatore’ di un gioco di squadra nel quale ciascuno per il proprio ruolo, si adoperi per una vittoria che sia alla fine condivisa, partecipata e meritata da tutti. In altre parole, il percorso da costruire, a mio modesto avviso, deve partire dalla formazione di una idea di sviluppo e di crescita per questa terra, deve passare per la traduzione di quell’idea in una programmazione politica a più livelli, deve approdare ad una condivisione quanto più ampia possibile e solo allora saranno maturi i tempi per scegliere gli uomini in grado di realizzarla in sede istituzionale.
Se mi permette, Insigne Presidente, proverò ad essere ancora più esplicito.
Questa città già oggi annovera tra i suoi concittadini una elevatissima figura istituzionale, un deputato al Parlamento di Strasburgo. Ebbene, eccezion fatta per qualche piacevole viaggio fatto in terra belga, i cittadini di Lucera non mi pare possano raccontare di particolari interventi di sostegno provenienti dalle istituzioni comunitarie, ne, ancor più, constatare l’esistenza di un peso specifico importante nella forza politica di riferimento di quello stesso deputato. Con questo non voglio affermare che il deputato in questione non abbia le necessarie virtù per adempiere al suo ruolo, è evidente, tuttavia, che tale figura resta totalmente avulsa dalle dinamiche politiche ed amministrative del territorio e della città.
Lo stesso – mi scusi Avvocato devo proprio diglielo – accade per il comparto delle professioni con riferimento alla vita amministrativa. Non so se ha notato, ma nell’attuale composizione del Consiglio Comunale lucerino, a dispetto dei milleduecento inscritti all’Ordine che Lei così brillantemente presiede, vi è un solo avvocato, e poi un solo medico, due o tre tra architetti ed ingegneri e neppure l’ombra di un dottore commercialista. Ora, per carità, lungi da me voler essere ‘classista’, però, mi pare innegabile che i settori professionali della città abbiano di fatto ampiamente rinunciato alla responsabilità di essere classe dirigente della comunità cittadina, per alcuni tratti temo abbiano deciso perfino di ‘snobbare’ la massima assise comunale. E le vicende da governare, soprattutto con la stretta, dovrei dire ‘strozzatura’, sui bilanci degli Enti Locali operata dagli Esecutivi nazionali, hanno grandi complessità.
È vero, la chiusura del Tribunale, il ridimensionamento (propedeutico ad una chiusura sempre più vicina) dell’Ospedale, la soppressione di altri fondamentali presidi della PA, sono il frutto di decisioni prese lontano dalla Città (anche se a mio parere meno lontano di quanto si pensi), la pianificazione urbanistica però, la conversione delle fonti energetiche, la qualità dell’offerta socio-assistenziale, la programmazione culturale e turistica, l’efficienza delle infrastrutture per la mobilità, la sicurezza urbana, la sostenibilità ambientale, sono tutte materie in cui la gestione prevalente è affidata agli Enti Locali e sebbene io continui a rifiutare l’ottica massimalista di cui parlavo in precedenza, attraverso un proficuo sistema di sussidiarietà verticale ed orizzontale, è proprio nella buona conduzione delle amministrazioni territoriali più vicine al cittadino che si concretizza la possibilità di incidere efficacemente sul livello di benessere e sulla qualità della vita dello stesso.
Veda, Esimio Presidente, in quella stessa qualità di semplice giovane cittadino, figlio di questa terra, ho scelto volontariamente di dedicare gran parte degli ultimi mesi alle proteste contro la chiusura dell’Ospedale, i presidi, i comizi itineranti, lo sciopero della fame, le marce a piedi; ho vissuto la frustrazione derivante dall’indifferenza dei governanti (non solo regionali) e quella più dolorosa di larga parte dei cittadini di questa città. Sarei pronto a ricominciare domattina, se necessario. È la Passione Civile, ed è la stessa (con ben altra garbatezza) che vedo nei Suoi occhi e che traspare dalle Sue parole, la stessa dei miei compagni di viaggio nell’avventura pro-Lastaria e la stessa dei ragazzi (più o meno brizzolati) che animano il Comitato per la Legalità.
Ritengo sia tempo di trasformare quella passione, che per sua stessa natura germoglia in momenti di sofferenza e difficoltà, in Impegno civile e politico; gli steccati derivanti dalle contrapposizioni ideologiche sono definitivamente tramontati, e questo è un bene se siamo capaci di scongiurare derive di qualunquismo o peggio di nichilismo.
Mi permetta, Caro Avvocato, parli ai suoi associati, parli ai colleghi degli altri ordini professionali, si rivolga a quella società civile un po’ indaffarata e un po’ distratta, esorti tutti a tornare ad occuparsi ‘umilmente’ della polis, lo faccia Ella stesso in prima persona, dia l’esempio. Proviamo a realizzare un rinnovamento della classe dirigente, proviamo ad aggregare i talenti, le intelligenze e le energie vive di questo territorio. Proviamo a Volare Alto.
È l’ultima occasione per la città; è l’ultima chance per il ragazzo, figlio di questa terra, che vorrebbe continuare a viverci.
La saluto Avvocato”.


Michele Marucci

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