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Agnusdei: “Il territorio deve essere rappresentato in Parlamento!”

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Ospitiamo l'intervento del Presidente dell'Ordine degli Avvocati del Circondario del Tribunale di Lucera, Giuseppe Agnusdei, nella assemblea straordinaria indetta oggi, lunedì 3 settembre, dal Comitato per la difesa della legalità in Capitanata, a Lucera, presso il Palazzo di Giustizia. (c.m.)

"Signor Sindaco di Lucera, Signori Sindaci dei Comuni del Circondario del Tribunale di Lucera - ai quali esprimo piena gratitudine per la presenza e la sensibilità, a nome dei milleduecento Avvocati e Praticanti Avvocati che l'Ordine qui presieduto rappresenta -, Autorità, Signori Consiglieri dell'Ordine degli Avvocati, Signor Presidente del Comitato per la Difesa della Legalità in Capitanata (all'avvocato Preziuso rinnovo il ringraziamento per la lettera aperta che mi ha inviato sull'impegno per questa vera e propria battaglia), Signori Magistrati, Signori Colleghi, Signori della Politica, del Sindacato, delle altre Categorie Professionali, Signori del Personale Amministrativo, Signori della Stampa, Gentili Intervenuti tutti, tutto vorremmo e vogliamo fare oggi piuttosto che celebrare un de profundis per il Tribunale Circondariale di Lucera ed i suoi Uffici.

Ritengo, e con me i Consiglieri dell'Ordine, che la vicenda del Tribunale di Lucera, che ci vede tanto pesantemente coinvolti - nel contempo con la consapevolezza che vada fatto ogni sforzo necessario anche per la tutela di altre strutture e di altre istituzioni, quali l'Ospedale, l'Agenzia delle Entrate, l'Agenzia del Territorio - implichi una totale, assoluta compattezza di tutte le espressioni del Comprensorio, istituzionali, politiche, associative, della società civile.

La gravità del momento non consente divergenze sostanziali sulle ragioni che vanno poste a sostegno di una vera e propria battaglia alla quale già da tempo ci stiamo applicando e che ci vedrà sicuramente impegnati nel prossimo futuro, e non consente che tali ragioni siano fatte valere solo da alcune o comunque da una parte delle varie espressioni del Territorio, e non consente, altresì, divergenze sulle modalità da seguire.

Perché ciò avvenga, ci si saprà porre nella maniera più consona e più ortodossa affinchè le funzioni, le posizioni, gli incarichi di ognuno siano, da un lato, rispettati (nonché siano rispettosi di quelli altrui), e, dall'altro lato, siano utili e produttivi alla causa.

Da quanto è dato sapere il testo del decreto legislativo adottato dal Governo non subirà modifiche, ed ora è alla firma del Capo dello Stato, il quale, ad oggi, non ancora vi provvede.

Poiché la speranza è sempre l'ultima a morire, puntiamo a far sì che anche in questo ultimo passaggio si pongano le condizioni affinchè il testo ritorni al Governo e venga emendato con l'esclusione del Tribunale di Lucera tra gli Uffici Giudiziari da sopprimere, ma obiettivamente si tratta di una possibilità molto remota.

Il Governo dovrà quindi procedere con i decreti attuativi, ma vi è anche la possibilità che provveda all'emanazione di decreti correttivi: qui vi sono spazi nei quali dobbiamo inserirci con decisione (e ciò a prescindere dai ricorsi giudiziali ai quali pure si pensa).

Per ciò che attiene ai decreti correttivi, l'interlocuzione proseguirà con il Governo, e solo con esso, e questa interlocuzione dovrà essere portata innanzi secondo i canali istituzionali, Civiche Amministrazioni e Capi degli Uffici.

Ciascuna di queste forze potrà e dovrà raccogliere le indicazioni e le istanze provenienti dalle rispettive basi:

- le parole dei Sindaci saranno espressione della volontà che potrà scaturire dalla consultazione con le rispettive comunità;

- le parole del Presidente del Tribunale e del Procuratore della Repubblica saranno espressione della volontà che potrà scaturire dalle consultazioni con i loro colleghi e con l'associazione magistrati;

- le parole del Presidente dell'Ordine degli Avvocati saranno espressione delle volontà che scaturiranno dalla consultazione degli Iscritti, delle Associazioni Forensi, dei Comitati.

E consentitemi, a proposito dell'Ordine Forense, questa brevissima osservazione.

Non solo sotto il profilo istituzionale, ma anche sotto il profilo squisitamente 'politico', abbiamo la fortuna di un Ordine solido, anzi solidissimo.

Gli iscritti sono 1.200, tra Avvocati e Praticanti Avvocati, il 72° Ordine sui 165 Ordini dei Tribunali italiani.

Le rappresentanze del nostro Ordine vengono elette con consensi che da tempo raggiungono il 90%, sfiorano l'unanimità, e questo non avviene quasi da nessuna altra parte d'Italia, dove le presidenze e le dirigenze vengono acquisite anche con consensi inferiori alla metà dei votanti.

E' un dato importante, importantissimo, che rende molto forte l'influenza istituzionale della quale dispone l'Ordine stesso, che va opportunamente valutata e valorizzata, soprattutto in un frangente delicato come quello attuale.

Vi sono poi le altre strade da percorrere:

- i ricorsi giurisdizionali;

- la mobilitazione

. si sta procedendo alla raccolta delle tessere elettorali (e colgo l'occasione per la doverosa menzione degli esponenti del personale amministrativo e dell'avvocatura che tanto vi si stanno impegnando), una iniziativa che è stata ripresa anche da altri Fori;

. si avrà a breve l'affissione massiccia di manifesti esplicativi della vicenda, nelle scuole, negli esercizi, nelle chiese, in altri siti;

. vi sarà una serie di ulteriori misure che potranno scaturire non solo dalle iniziative del Comitato istituito a tali fini, ma dalle stesse indicazioni degli Amministratori, con le quali le iniziative si raccorderanno affinchè possano avere la migliore efficacia.

Il danno che abbiamo subito, come collettività e come territorio, lo abbiamo subìto sotto duplice profilo:

- nonostante, in virtù dell'esistente, il Tribunale Circondariale di Lucera avesse i numeri per essere conservato, ciò finora non è avvenuto;

- e nonostante fosse possibile, in forza della legge delega, la revisione territoriale degli uffici giudiziari, nemmeno questa è stata contemplata per Lucera (pur, ripetendosi, ciò non fosse necessario), mentre lo è stato per una serie di altri Tribunali.

Le aggregazioni sono avvenute senza minimamente dare ascolto al territorio, mentre invece a noi era stato detto che bisognava a tutti i costi ottenere la condivisione di altri territori, allorchè si è paventato quanto di più normale noi andavamo a chiedere, vale a dire il riequilibrio naturale delle forze per consentire a due poli giudiziari di poter permettere l'espletamento corretto del servizio Giustizia in una provincia immensa quale è quella di Foggia. La Capitanata è la più grande provincia d'Italia, perchè se pure dobbiamo considerare Bolzano leggermente più estesa della nostra, le Alpi non sono abitate, e quindi il problema maggiore lo si è avuto e lo si ha per la provincia di Foggia.

Questo sta a significare che vi sono spazi interpretativi della legge delega dei quali alcune realtà hanno potuto beneficiare.

Il danno economico che subisce la collettività tutta è enorme:

- si tratta di dover allontanarsi per raggiungere la sede di Giustizia (quindi costi maggiori);

- si tratta di vedere allungare i tempi della Giustizia (i diritti di ciascun cittadino tarderanno ad essere riconosciuti), perchè la sede di Foggia è ingolfata di processi e l'aggravio del carico processuale implicherà un ulteriore rallentamento, (tanto più che secondo il decreto governativo dovrebbero confluire su Foggia il Tribunale di Lucera e le Sezioni Distaccate di Tribunale che attualmente hanno sede in Apricena, Rodi Garganico, San Severo, Cerignola, Manfredonia, Trinitapoli);

- si tratta di vedere venir meno l'indotto che procura la presenza di una sede di Giustizia, in termini di ristorazione, frequentazione di esercizi bar, di esercizi commerciali, inclusi quelli di abbigliamento e calzature, regolarmente visitati dall'utenza che si reca presso il Tribunale;

- si tratta di constatare ulteriori difficoltà a livelli occupazionali;

- si tratta di vedere calare il prodotto interno lordo di una comunità.

Oltre che della sede centrale di Lucera, vi è da riferire sulle sezioni distaccate, e, in particolare, su quella di Rodi Garganico.

Orbene, il Ministero prima e il Consiglio dei Ministri poi hanno inteso procedere alla soppressione della stessa figura della Sezione Distaccata di Tribunale, ed il decreto governativo prevede infatti la totale soppressione delle 220 Sezioni Distaccate site in Italia.

Tornando, tra le vie percorribili, a quella riguardante i decreti correttivi, riteniamo, e questo Ordine degli Avvocati metterà a disposizione tutta la propria competenza in materia, sia possibile perseguire la strada del recupero della Sezione di Rodi Garganico, per una serie di motivi:

- appare alquanto tranciante prevedere la chiusura in tutta Italia di uffici, quali le Sezioni Distaccate, tra cui vi sono realtà molto ben funzionanti e molto ben rispondenti alle istanze del territorio, e questo si sta rivelando, soprattutto negli ultimi anni, essere la condizione di Rodi Garganico, con un ufficio munito di magistrati (civile, penale, esecuzioni), di cancellieri, di ufficiali giudiziari, che rendono i tempi della decisioni e delle loro esecuzioni alquanto celeri e migliori di molte altre sezioni;

- non è sostenibile che un territorio così distante dalle sedi centrali rimanga totalmente sguarnito di presidii di giustizia, Rodi Garganico è un caso nazionale, dato che non vi sono sezioni distaccate, in Italia, così distanti dal centro di Tribunale, per non dire dalla Corte di Appello, motivo per il quale sia il parere reso dal Consiglio Giudiziario di Bari (nel quale il sottoscritto è componente) sia quello adottato dalle Commissioni Giustizia di Camera e Senato ponevano come condizione la permanenza non solo della sede centrale di Tribunale in Lucera, ma anche della Sezione Distaccata di Rodi Garganico.

Signori Sindaci, circa le ipotesi di mobilitazione, vi è una che incide in maniera profonda sull'andamento delle amministrazioni, quella che è stata aperta attraverso la consegna simbolica delle fasce tricolori al Prefetto di Foggia lo scorso 20 agosto.

Voi siete espressione legittima delle Comunità da Voi rappresentate, e solo Voi, anche attraverso le consultazioni ritenute più opportune, potete assumere decisioni che vanno adottate, e devono essere adottate, senza pressioni, senza suggestioni, in piena coscienza delle problematiche delle quali si discute, delle conseguenze che vi si connettono, dei riverberi che producono sulla collettività.

Siamo certi che le Vostre determinazioni costituiranno l'esito di una lucida analisi e di una opportuna disamina.

Vengo alla conclusione del mio intervento, riferendomi alla fase che di certo si aprirà di qui a sette mesi, allorchè si avvierà la nuova Legislatura Parlamentare.

Parlo da rappresentante di una Istituzione, in prima linea da un anno e più sul versante della revisione della geografia giudiziaria, innegabilmente usurata da un impegno straordinario (121 giorni negli ultimi dodici mesi impegnati fisicamente sul tema, e l'intera quotidianità incentrata sulla ricerca di ogni soluzione contro il gravissimo pericolo), ma che conserva tutta la volontà di non mollare e di insistere sulla via che porti al successo.

Ma parlo anche da cittadino, figlio di questa Terra, che ingiustamente soffre.

Che, dopo la presente fase, la parola torni alla Politica è un auspicio dello stesso Governo attuale, formato da personalità di grande spicco, le prime a riconoscere di ritrovarsi in un momento di sospensione 'tecnica' della democrazia, necessitata dagli eventi, che non potrà però durare a lungo.

E una volta che la parola sarà tornata alla Politica, questo Comprensorio Territoriale, mi permetto di osservare, ha il dovere di trovare uno o più elementi che lo possano rappresentare degnamente in Parlamento.

Bisogna che si lavori alacremente già in questo periodo, in questo frangente, consentendo al Territorio di esprimere quanto di meglio possa, affinchè la gestione della cosa pubblica dal livello nazionale non costituisca per noi ancora campo di battaglia tra campanili, con la naturale soccombenza del nostro, fino ad oggi non rappresentato.

Gli errori del passato ci stanno venendo addosso con violenza.

Non possiamo andare ancora avanti così.

Il tempo è abbontamente scaduto.

La figura o le figure che verranno scelte vorranno essere la risultante di una ricerca a trecentosessanta gradi, che prescinda da appartenenze partitiche, come è stato già suggerito da alcune voci politiche locali, che implichi anche una sorta di pre-gara tra lodevoli aspiranti, che porti alla designazione di persone moralmente irreprensibili, professionalmente competenti, in grado, tra l’altro:

- di comprendere le esigenze della collettività;

- di cogliere le potenzialità del territorio da valorizzare;

- di comprendere quali vie percorrere per favorire il futuro dei nostri giovani;

- di relazionarsi adeguatamente con le Istituzioni.

Una volta individuata tale figura (o tali figure, perchè occorrerà anche una preventiva disamina accorta su quante possibilità numeriche elettive vi siano), essa vorrà ottenere l'appoggio dell'intera collettività, senza dispersioni, perchè il momento non lo consente.

In tempi difficili come quelli attuali, vanno ottimizzate le forze a disposizione affinchè si intraveda l'uscita dal tunnel.

Grazie".

Pippo Agnusdei

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