POLITICA Europa         Pubblicata il

La casta europea: a noi i sacrifici, a loro gli aumenti!

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L’angolo di Antonio Di Muro

Evidentemente deve essersi smarrito il limite o il senso della vergogna!A noi ogni giorno chiedono sempre più sacrifici,mentre  loro avanzano indisturbati richieste di aumenti e di miglioramento del loro inquadramento economica. Chi sono? Sono quelli della casta europea, quelli che a Bruxelles devono stabilire quanti finocchi o banane dobbiamo mangiare e di quali ingredienti devono dotarsi le nostre pietanze! Sono quelli che si dicono eternamente insoddisfatti, salvo poi fare battaglie per farsi eleggere deputati europei o entrare nella mastodontica macchina burocratica impastata di privilegi, che un comune dipendente pubblico può solo sognare. Sono quelli che hanno governato la politica economica dell’europea con tale diligenza, autorevolezza e professionalità da farci trovare con in pantaloni pieni di buche sul di dietro. Questa volta la casta italiana non c’entra, a cui pure si rimproverano i continui debordamenti della spesa pubblica, senza avere in contropartita servizi efficienti e rispose all’insegna della produttività. A protestare questa volta sono i cosiddetti eurobrurocrati vampiri, quelli che fanno finta di ignorare la crisi e minacciano addirittura azioni di protesta dinanzi alla Corte di Giustizia qualora le loro richieste vengano disattese.  Sono circa 50mila i funzionari e dipendenti di Bruxelles per i quali la Commissione Europea ha chiesto  l’aggiustamento annuale riguardante i salari e le pensioni del personale europeo, pena, come detto, il ricorso alla Corte di Giustizia.
 La pretesa  si fonda  sull’articolo 263 del Trattato Ue che è stato approvato dal Consiglio d’Europa, ovvero dall’organo di rappresentanza dei 27 Paesi membri.  Insomma, questa Europa ci costa sempre di più, benché i risultati non sembrano giustificare i ben 461 milioni di euro che si spendono attualmente per il cosiddetto Servizio Esterno di Azione Esterna. Nel 2012 i costi di gestione di questa rete di rappresentanze diplomatiche europee sforeranno di 26 milioni di euro il già astronomico budget da 461 milioni di euro. Gli stipendi degli euro burocrati partono da 2.300 euro per un neo assunto per arrivare ai 16mila euro di un funzionario.  L’Europa trattiene dai salari solo una minima parte. Chi guadagna 10mila euro, ad esempio, versa di imposte poco più di 1.200 euro. Ora sperare che in questo clima di continue e incrociate rivendicazioni, talvolta non allineata alle condizioni dei Paesi membri, si possa giungere ad una sorta di calmiere della spesa pubblica è utopistico. Se ciascuno si sente in diritto di rivendicare, se nessuno rinuncia a qualcosa, difficilmente potremo sanare le finanze pubbliche, che non è un problema aleatorio, perché interessa soprattutto il futuro delle nuove generazioni. Chi pronuncia il termine sacrifici viene additato come un untore e questo spiega che ogni tentativo volto a ridare libertà ai mercati e alla concorrenza, al risanamento dei bilanci pubblici tossici è destinato a fallire.

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