CULTURA Storia         Pubblicata il

La Pentecoste, la promessa di Cristo

condividi


All’Ascensione, segue la Pentecoste.
La promessa di Cristo: “avrete la forza dello Spirito santo che scenderà su di voi”, si sarebbe compiuta dieci giorni dopo l’Ascensione, nella festa di Shavu’ot che, nel calendario ebraico, cade il cinquantesimo giorno dall’inizio del periodo detto “computo dell’Omer”.
La sua prima funzione è la eco di un rito antichissimo, comune a tutte le tradizioni eurasiatiche, tanto che alcuni rabbini l’hanno considerata una sopravvivenza pagana.
Narrano gli Atti degli Apostoli:
“Mentre il giorno stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito Santo dava loro il potere di esprimersi ……….”.
Seguendo la narrazione biblica, la Chiesa cominciò a celebrare la Pentecoste che, letteralmente, significa “cinquantesimo giorno” (in greco pentekosté hemera), fin dal II secolo come testimonia l’Epistula Apostolorum.
Un tempo, la Pentecoste veniva chiamata anche Pasqua rosa o rosata, oppure Pasqua delle rose, in quanto, in molte chiese francesi ed italiane, per ricordare la discesa dello Spirito Santo sopra gli apostoli, si facevano piovere, durante la messa, rose, fiori e, talora, batuffoli di stoppa accesa.
Da qualche anno, questa tradizione è stata ripresa, nel Pantheon in Roma, facendo cadere dall’alto petali rosa.
Il simbolismo della rosa si adatta alla Pentecoste in quanto il fiore ha evocato, soprattutto, il simbolo dell’unità che si manifesta con i suoi archetipi, i petali, informando il creato.
Fino al Concilio Vaticano II si celebrava, dopo la Pentecoste, una liturgia penitenziale e di rendimento di grazie, le “Quattro Tempora” (ovvero quattro stagioni) e costituivano una celebrazione simile alla solennità giudaica dello Shavu’ot.
Probabilmente, le “Quattro tempora”, nate a Roma durante il III secolo, sono sorte, come spesso è avvenuto, per cristianizzare cerimonie pagane  di lustrazione dei campi. Infatti, nel mese di maggio, quando le messi cominciavano a maturare, si svolgeva nella Roma imperiale una antica e solenne lustrazione dei campi  coltivati ad opera dei fratelli Arvali che avevano il compito di proteggere, contro tutti i pericoli, i campi coltivati e di sacrificare a Dia, uno dei tanti nomi della Grande Madre.
Le “Quattro tempera”  duravano sette giorni con il mercoledì, il venerdì ed il sabato dedicati al digiuno, alla preghiera e al ringraziamento per i beni ottenuti dalla terra e dal lavoro dell’uomo. Esse cadevano nella prima settimana di Quaresima, nella settimana dopo la Pentecoste, nella terza settimana di settembre e nella terza settimana d’Avvento.
Anche per le Tempora di Quaresima, di settembre e dell’Avvento potremmo trovare una radice precristiana: nell’antica Roma cerimonie di lustrazione dei campi, come le “Ferie sementine”, si svolgevano in febbraio; in settembre, l’”epulum Iovis”, un convito sacro durante cui si pranzava collocando davanti alla tavola i simulacri degli dei , offrendo loro frutta, farro, olio; in dicembre, infine, erano molte le cerimonie di carattere lustrale che preludevano alla rinascita solstiziale.

Nando Carrescia

Articoli correlati
L’Ascensione, la regalità universale e cosmica del Signore (Nando Carrescia)
Ascensione di Cristo (L'augurio di don Luigi Tommasone)

Torna indietro
Stampa
© Lucerabynight.it e una realizzazione mediaweb-grafic